Dopo diversi mesi di inattività ritorno a scrivere.
Il perché della mia forzata assenza sarebbe fin troppo facile da esternare scrivendo ciò che mi è successo, ma scientemente ho deciso che da questo “pulpito” virtuale non voglio certamente tracciare un profilo del mio attuale stato emotivo ed emozionale, proprio perché ritengo che questo tipo di comunicazione, per chi legge, debba essere necessariamente legata ad un momento di piacevole relax (magari anche di approfondimento e riflessione ma sempre unito ad uno spirito scherzoso e spensierato)
Mi limiterò quindi a chiacchierare amabilmente con tutti voi che mi gratificate venendo di tanto in tanto a trovarmi su queste pagine, nella speranza che ci sia poi un costruttivo confronto, prendendo spunto da un celebre aforisma che recita: "La partita, non è mai persa finché non è vinta.".
Di primo acchito potrebbe sembrare una frase detta da José Mourinho quando guidava l'Inter del triplete o da Arrigo Sacchi quando il suo Milan delle meraviglie vinceva ogni competizione. Ed invece, pensate un po’ è una frase detta più di 300 anni fa da un medico/scrittore di nome George Crabbe.
In quel tempo probabilmente coloro che ricoprivano un ruolo alla sacchi o alla mourinho (se mai fossero esistiti) a differenza di questo secolo, certamente avevano un’importanza pari ad un bruscolino secco e la cosa che più preoccupava gli esseri umani, era invece quella di vincere le proprie partite, gareggiando con la vita di tutti i giorni.
Era infatti questo che Crabbe voleva insegnarci. Del fatto che comunque nella vita, non bisognerebbe mai darsi per vinti finché non si è superata la prova, fino a quando non si è sconfitto l’avversario o ancora fino a che non si sia ottenuto un riconoscimento importante del proprio operato.
A distanza di oltre 300 anni la filosofia resta essenzialmente questa. Mai essere certi che la partita sia fondamentalmente persa se riusciamo ad intuire, prima di darci per vinti, che ci siano ancora energie sufficienti per gareggiare e conseguire la vittoria finale.
Dobbiamo avere sempre la consapevolezza che si possa recuperare anche se lo svantaggio è importante, anche se le condizioni sono avverse e nettamente sfavorevoli. Possiamo farcela. Sempre. L’importante è crederci fermamente ed essere incessantemente positivi.
Ecco, questo modo di essere e di affrontare le cose, da anni fa parte della mia filosofia di vita. Non ho mai mollato, non mi sono mai tirato indietro nelle difficoltà, non ho mai aggirato gli ostacoli e non ho mai cercato capri espiatori quando dovevo affrontare in prima persona le conseguenze degli errori che avevo commesso.
Questo comportamento da sempre mi appartiene e continuerà ad essere parte di me, fino a quando il mio corpo e la mia anima vivranno insieme su questa Terra.
Vi lascio con un altro aforisma su cui riflettere questa sera che dice: “In una partita vince colui che ha fermamente deciso di vincere”.
Ad maiora! Max
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