giovedì 13 ottobre 2022

Il cambiamento è sempre positivo!


Quella che oggi vorrei raccontarvi brevemente è una storia legata alla rinascita, al miglioramento ed al cambiamento (che, ricordatevi, è sempre positivo!).
Certo, per capire bene dovreste trovarvi nei miei stessi panni, avere i miei stessi pensieri, vivere la mia stessa vita.  Ma credo che con un po’ d’immaginazione vi troverete, viaggiando con la fantasia, a percepire questa narrazione con il giusto spirito.

L'avvio di un processo di trasformazione solitamente suscita negli esseri umani sempre grandi resistenze, ma io sono invece sempre stato un fervidissimo sostenitore dei cambiamenti. Già da adolescente non riuscivo a comprendere per quale strano motivo non riuscissi mai a rimanere “immobile” per un giorno intero. Qualsiasi cosa potesse modificare lo status che in quel momento stessi vivendo, lo facevo inesorabilmente mio, chiedendomi allo stesso tempo se per caso avessi una grave malattia di quelle incurabili e dal nome terribile. Più avanti mi sarei reso conto invece che questo mio atteggiamento era dettato dal fatto che non volessi perdermi assolutamente nulla di ciò che la vita potesse offrirmi. Sono sempre stato un “magiavita” cronico!

Più gli anni passavano, più la mia voglia di trasformazione era sempre più prepotente ed in questo, l’universo mi ha sempre regalato grandi opportunità. Lavori di ogni tipo, viaggi, città dove vivere, diversi rapporti sentimentali, un figlio (la mia vera ragione di vita), tanti (falsi) amici, mille trasformazioni nel modo di vestire, di parlare, di agire e di vivere. Ogni metamorfosi era un’opportunità da cogliere al volo, un’occasione unica per provare, una possibilità in più di crescere umanamente. Riconosco che tutti questi cambiamenti sono sempre stati comunque passaggi importanti per migliorare la qualità della mia vita.

Ma il vero e profondo mutamento, la vera metamorfosi, la trasformazione definitiva della mia esistenza terrena è stata determinata da un episodio grave e terribile al tempo stesso che mi ha visto partecipe poco meno di cinque anni fa. Nel breve volgere di qualche mese ho purtroppo dovuto accettare di perdere tutto ciò che avessi costruito sia in termini economici sia in termini di affetti, in tanti, lunghi anni di vita.
In un battito di ciglia mi sono trovato a non possedere più nulla. Denaro, lavoro, casa, auto, fidanzata, amici, beni di ogni tipologia, famiglia, tutto svanito nel nulla. Polverizzato. Dissolto. Da una parte per colpa della mia ingenuità, della mia scelleratezza, del mio enorme ego “mangiavita” e dall’altra anche grazie alla mia bontà, alla mia generosità, alla mia filantropia ed al mio altruismo. Non entro nei particolari di come e cosa mi sia successo, ma un enorme buco nero mi aveva inghiottito inesorabilmente e crudelmente.

Fine della vita (!).
Ero così giunto ad un bivio, ad un passaggio obbligatorio che quella situazione imponeva: la scelta. Dover scegliere in breve tempo quale strada percorrere. Se quella salire al decimo piano del mio (ex) palazzo chiudere gli occhi e buttarmi giù, regalare la mia anima al maligno dedicandomi ad imprese illecite, oppure farmi forza ed iniziare tutto da capo.

Pur avendo pensato molte volte alle prime due opportunità, la ragione ed il pensiero positivo hanno prevalso. Ho scelto di provare a me stesso che ce l’avrei fatta a risalire la china. A superare questo lungo ed impervio sentiero in salita che comunque, ancora oggi, mi causa problemi, malesseri e crisi di down. Negli anni subito successivi  nessuno mi ha mai teso la mano, nessuno mi ha regalato nulla, nessuno mi ha dato speranze. Ho dovuto credere fortemente in me stesso, nelle mie possibilità e da solo, ricominciare.
Ho fatto “outing” (che ultimamente sembra essere diventato tanto di moda), ed è stato molto utile per rendermi conto che non ero il solo ad avere certe problematiche ed è quindi servito ad abbassare i carichi psicologici negativi che derivavano dai miei problemi. 
Ma soprattutto la più grande visione positiva per me era lui: mio figlio. Un bellissimo figlio di cinque anni  che avrei voluto veder crescere, che aveva bisogno di me e che sicuramente non avrebbe mai accettato di aver avuto un padre perdente e vigliacco. La grande forza che mi ha aiutato a uscire dall’impasse in cui mi trovavo è arrivata soprattutto da lui.
Oggi ho (quasi) imparato ad essere un uomo nuovo e migliore, a combattere con piglio più deciso per uscire dai problemi, a pensare che la nostra felicità e la serenità dipendono solo da noi stessi, ad essere (non sempre ma ci sto lavorando) soddisfatto per quel poco che posseggo, ad essere un padre presente (ma forse lo sono sempre stato) e da qualche tempo sto lavorando con grande passione perché il mio futuro possa essere più soddisfacente e felice. Ho due grandi progetti e cercherò di realizzarli. L’universo sa cosa voglio, io ci credo fortemente ed è per questo che lui non tarderà a farmelo recapitare in un bel pacchetto infiocchettato.
Certamente non sono più spensierato, allegro e giocoso come un tempo ma questo fa parte del “gioco”. Si chiama VITA e ti modella, ti forma, ti scolpisce caratterialmente e spiritualmente. Ti fa crescere perché tu, a tua volta, possa trasferire i messaggi che hai ricevuto.
In questa adrenalinica esperienza la vita mi ha insegnato davvero moltissimo. Sarà anche retorico, ma mi ha spiegato con i fatti che non esiste aspettare che passi nel fiume il cadavere del tuo nemico, perché forse non succederà. Mi ha esposto con i fatti che per ogni problema è possibile trovare una soluzione. Mi ha istruito sulla valenza del denaro che certamente da molta sicurezza ma non la felicità, mi ha addestrato facendomi sapere che gli amici veri sono davvero pochissimi. Mi ha educato severamente a seguire il motto “se vuoi, puoi”. Mi ha consigliato di cavarmela sempre da solo perché quando sarai tu ad aver bisogno probabilmente non troverai nessuno pronto ad aiutarti. Mi ha chiarito il concetto che se qualcuno ti ama davvero, deve farlo per quello che sei oggi e non per quanto possiedi o per la proiezione che dai del tuo futuro. Mi ha illustrato in modo chiaro che il lavoro deve appagarti e mai renderti schiavo. Ma mi ha anche chiarito sottolineandolo enfaticamente, che purtroppo moltissime cose si possono comprare ed hanno un prezzo.
Detto questo, ora mi sento come in fermento, adrenalinico e pronto ad affrontare un autunno/inverno impegnativo e pieno di novità. E, datemi retta, non perdete mai di vista quelle tre parole (no, non sole cuore amore! J) che hanno cambiato per sempre la mia vita e potrebbero fare la stessa cosa anche con voi.

Sono: Cambiamento. Miglioramento. Rinascita.

Vi auguro solo il meglio, del meglio, del meglio. 

Max

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