lunedì 23 dicembre 2013

Una bella storia ..... di Natale

Era la notte di Natale. 
Nella calma ovattata della città, la neve scendeva copiosa e rendeva ancora più silenzioso il silenzio. Massimo aveva quasi nove anni ed era un bimbo sveglio ed intelligente e seduto sul grande divano, guardava con i suoi grandi occhioni azzurri fuori dalla finestra tutti quei bellissimi fiocchi bianchi, mentre nonno Pippo vicino a lui, gli raccontava una bella storia.
Tanti, tanti anni fa, disse il nonno, era la notte di Natale, faceva molto freddo, proprio come oggi nevicava, ed in giro per le vie della città non c’era nessuno. Io e la nonna eravamo a casa con i nostri genitori ed aspettavamo l’arrivo della mezzanotte per andare alla Messa natalizia.
Io ero affacciato a quella stessa finestra dove sei tu in questo momento e, ad un certo punto, da lontano mi parve di scorgere qualcuno che stesse attraversando la strada.
Guardando meglio mi accorsi che era un vecchio uomo grande con la barba, un cappello in testa ed un grosso sacco sulle spalle e subito pensai: non può che essere Babbo Natale che consegna i doni!! E così preso dall'entusiasmo, corsi da mio padre gridando che in strada c’era Babbo Natale!!!
Lui sorridendo prese la mia mano e mi disse: “Pippo, quello non è Babbo Natale, ma solamente un pover uomo senza casa, che vaga per la città alla ricerca di un posto dove dormire”.
Io a quel punto, sgranai gli occhi e con grande veemenza chiesi: “Papà, perché non lo facciamo venire a casa nostra per un po’?” Mio padre sorrise intenerito ed una lacrima spuntò dai suoi occhi.
Poi mi disse: Pippo facciamo una cosa, prepariamo un bel sacco con un pò di cose che possono servire a quell'uomo e gliele portiamo ok? Io con grande eccitazione e tanta energia aiutai la mamma a prendere tutto quello che potevamo dare a quel vecchio signore e ad infilarle nel grande sacco, mentre mio padre scendeva in strada per chiamarlo.
In pochi minuti il grande sacco era pronto. All'interno alloggiavano ben piegati un paio di pantaloni, due maglioni di lana, tre paia di calze, due giacche, un cappotto, un cappello ed un lunga sciarpa di lana blu. Poi la mamma aggiunse un panettone (tanto ne avevamo due) ed un pacchetto con dei panini, delle scatolette di carne ed una bottiglia di vino. Intanto mio padre aveva fermato il vecchio signore ed insieme ci aspettavano sotto casa.
Io e la mia mamma li raggiungemmo in un attimo e gli consegnammo il sacco. Il vecchio ringraziò con voce flebile i miei genitori e poi mi guardò. Due occhi profondi, segnati dalla stanchezza ma con uno sguardo dolce e protettivo che non dimenticherò mai. Mi porse la sua mano ruvida e raggrinzita dal freddo ed io gli diedi la mia. Piacere disse, io sono Giovanni. Ed io risposi in modo fiero: piacere mio, io sono Pippo.
Grazie e Buon Natale Pippo aggiunse, e quello fu un momento molto commovente per tutti.
Massimo era in piedi davanti alla finestra, era la notte di Natale, nevicava forte e suo figlio Edoardo alle sue spalle rideva eccitato pensando a quanti regali il giorno dopo Babbo Natale gli avrebbe portato e messo sotto il grande albero. Il suo sguardo cadde sulla strada, dove sotto la luce bianca di un lampione un vecchio barbone attraversava la strada e si fermò per rovistare nel bidone della spazzatura. Lui, come se avesse sentito lo sguardo di Massimo alzò gli occhi, gli sguardi si incrociarono e, per un breve momento, si sorrisero.
In quello stesso istante il piccolo Edoardo gli tirò i pantaloni e Massimo distolse lo sguardo dalla strada e accarezzò suo figlio sulla testolina guardandolo con tenerezza. Poi tornò a guardare fuori dalla finestra, ma anche se erano passati solo pochi istanti, il vecchio non c’era più.
Buon Natale pensò tra se e se Massimo, mentre cercava un grande sacco da poter riempire....

Buon Natale a tutti.
Massimo
 —

lunedì 29 luglio 2013

Mi porti in vacanza?

Beh, miei cari amici e lettori di "Permesso di Sosta", torno con voi qualche giorno prima del fatidico momento della partenza per le tanto desiderate e perché no, meritate vacanze!
(ma questo lo si deve dire solamente mentre si sbircia il calendario, ed è il 29 luglio)

Lo sarà sicuramente per qualche milione di italiani, nonostante la crisi. 
Certamente! Dice Salvatore: "perché io ai miei quindici giorni di vacanza a casa mia (nel profondo sud ndr.) non rinuncio nemmeno se aumenta ancora la benzina, se le bollette di gas e luce avranno un rincaro del 10%, se non toglieranno del tutto l'Imu, se ventimila persone anche questo mese in Italia perderanno il lavoro, se i nostri politici continueranno a litigare come dei bambini dell'asilo e nemmeno se me lo chiederà Letta in persona!".

Sarà il classico momento canonico, tanto per intenderci, quello delle partenze "intelligenti" con le solite code chilometriche sulle autostrade, anche perché come sempre, il pensiero del buon Salvatore sarà: 
"quest'anno per fare i 1300 km ed andare in Sicilia parto di notte. Viaggio con il fresco, i bimbi dormono, mia moglie non rompe più di tanto e soprattutto non c'è nessuno in autostrada....." 
E come sempre Salvatore si ritroverà con altri due milioni di sfigati che hanno pensato di fare la stessa cosa! ...Solo per la tratta Milano - Bologna, sei ore di coda!


Detto questo, c'è stato però chi ha programmato e prenotato le proprie vacanze già a novembre del 2012 giusto perché: -"sai cara, altrimenti non troviamo posto da nessuna parte" o anche: - "ma cara, se prenoto prima spendo decisamente meno" o ancora:  "tesoro, così possiamo scegliere che tipo di bungalow avere nel villaggio" etc. etc. 

Certamente una serie di pensieri saggi ed equilibrati, che avrebbero potuto essere condivisi anche dal sottoscritto se, per esempio, a novembre 2012 avessi già avuto le idee così chiare su dove trascorrere l'unica settimana che farò quest'anno in solitaria. 
Già, perché dal 5 al 15 agosto sarò infatti con mio figlio di otto anni e mezzo a Riccione e vi garantisco, anche se molti di voi lo sapranno già, che per riprendermi dalla fatica di quei 10 gg, dove (come minimo) dovrò portare il mio pargolo a Mirabilandia, Aquafan, Oltremare, Fiabilandia ed in altri vari e naturalmente faticosissimi parchi di divertimento e la mia settimana temo proprio che dovrò trascorrerla facendo terapie intensive di yoga e/o anti-stress aiurvediche! :)  

Scherzi a parte (adoro moltissimo stare con mio figlio), comunque ancora pochi giorni e sarà solo vacanza, dove finalmente ricaricare le proprie batterie, incamerando energia per affrontare un nuovo anno di tasse, rincari, tribune politiche, battibecchi su come o cosa fare per affrontare la crisi e tutte quella serie di nefandezze alle quali ormai in Italia siamo abituati da tempo (mi chiedo per quanto ancora resisteremo...).

Ma per adesso, godiamocela per quanto ci sarà possibile questa nostra sospirata vacanza!
Quindi:
Buone vacanze a tutti!!!!!!!!!


Vi voglio bene. <3
Xam. 

mercoledì 12 giugno 2013

90 giorni fa......

Ah però! non pensavo fosse già passato così tanto tempo dal mio ultimo post.... (8 marzo, oggi 12 giugno.... circa 90 giorni, che vergogna!)
E' anche vero che in questi tre mesi, ho affrontato con piglio deciso e risoluto un milione e mezzo di problemi, che peraltro non sono ancora riuscito a risolvere completamente.
Visto però che io sono uno dei più fervidi sostenitori del pensiero positivo, so per certo che tra poco passerà anche per me il treno fortunato (quel giorno, spero di non essere all'aeroporto!!!!), ci salirò e finalmente mi prenderò qualche piccola rivincita... :)

Ma veniamo a ciò che è successo in questi tre mesi (in generale, non a me!).

Il signor Letta si è insediato con il nuovo governo che tutti sperano non duri come dire: "da Natale a Santo Stefano!", nel contempo, Grillo si perde per strada i primi quaranta ladroni (ops! parlamentari) del suo partito anche perché ne sta combinando più di Bertoldo (tanto per intenderci quello che con Bertoldino e Cacasenno dava vita nel 1984 ad un film diretto dal regista Mario Monicelli ndr.). Il Pdl perde i sindaci in tutti i comuni d'Italia e il portavoce Alemanno da Roma piagnucola e ammette la sconfitta... (sarà una grave perdita?)
Sembrerebbe che, grazie alle banche, ai nostri bravi politici, al ritardato governo e alla mancanza del lavoro, sarà di oltre un miliardo di euro il totale dei risparmi degli italiani andati in fumo soltanto nei primi sei mesi del 2013!


Il mercato del lavoro continuerebbe a manifestare ''segnali di debolezza''(!) con un ''rilevante'' incremento del tasso di disoccupazione all'11,9% (+1,2 punti percentuali rispetto al 2012) e non voglio parlare degli imprenditori che si suicidano grazie ad equitalia e perchè inizierei con una serie infinita d'improperi. Ma la "bella notizia" è che I conti dei primi sei mesi dell'anno per la Ferrari (dice Montezemolo)  ''vanno molto bene'' ahhhh beh allora "sem a posto"!!! (almeno non metteranno in cassa integrazione gli operai....)
La Juventus ha (meritatamente) vinto il campionato, il secondo posto è stato (meritatamente) conquistato dal Napoli,  il Milan si è (meritatamente) piazzato al terzo posto e l'Inter....vabbè lasciamo perdere. ihihihihi! :)
E...se proprio volete una notizia di gossip, ve ne dò una in anteprima. Sembra  infatti che la villa all’Olgiata in cui Gigi D’Alessio e Anna Tatangelo vivono sia stata visitata dai ladri. Secondo quanto è emerso dalle indagini che si sono avviate dopo la denuncia presentata dai due il bottino è nell'ordine di milioni di euro.
...milioni di euro? Mi domando proprio cosa i due tenessero in casa... :) 
ci sono molte altre cose che sono successe in questi tre mesi ma preferisco non citare cose spiacevoli...

Vi abbraccio
Alla prossima.

xam

venerdì 8 marzo 2013

l'8 di marzo.....


Oggi è la “giornata internazionale della donna” (comunemente definita, anche se in maniera assolutamente impropria, la festa della donna) ed è stata istituita per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui esse sono ancora fatte oggetto in moltissime parti del mondo (anche civile). 
Vorrei che tutti, ed in particolare alcune donne, specialmente quelle che questa sera andranno a “festeggiare” in qualche locale ammirando le nudità di giovani spogliarellisti e delle quali non riesco ad avere un opinione differente che non sia quella di: “represse”, ricordassero come è nata!!
 
Tutto iniziò nel 1908 negli Stati uniti dove si discusse dello sfruttamento operato dai datori di lavoro ai danni delle operaie in termini di basso salario e di orario di lavoro, delle discriminazioni sessuali e del diritto di voto alle donne. Poi, varie vicissitudini si susseguirono ma sempre legate alla politica. Mentre nel secondo dopoguerra, iniziò invece a circolare una falsa versione del perché si festeggia l’8 marzo, secondo la quale, la data avrebbe ricordato la morte di centinaia di operaie nel rogo di una inesistente fabbrica di camicie avvenuto nel 1908 a New York confondendosi però con una tragedia realmente verificatasi in quella città il 25 marzo 1911, e cioè l’incendio della fabbrica Triangle, nella quale morirono 146 lavoratori, in gran parte giovani donne immigrate dall'Europa.
 
Alla fine l'8 marzo 1975 tutte le più importanti le organizzazioni femminili celebrarono in tutto il mondo la giornata internazionale della donna, con manifestazioni che onoravano gli avanzamenti della donna e ricordavano la necessità di una continua vigilanza per assicurare che la loro uguaglianza fosse ottenuta e mantenuta in tutti gli aspetti della vita civile. A partire da quell'anno anche le Nazioni Unite riconobbero nell'8 marzo la giornata dedicata alla donna.

Comunque al dì la di come e del perché si celebra questa ricorrenza (e non festa) il mio augurio di oggi vada a tutte quelle donne che soffrono. Sia perché non sono ancora libere di vivere con dignità perché ancora sfruttate in ogni modo ed in ogni senso, sia perché non possono scegliere di condurre liberamente la propria esistenza e di poter dire quello che pensano senza essere costantemente in pericolo. Ed ancora perché non sono libere di studiare o di lavorare. Non sono ancora libere di vestire la propria femminilità, di vivere i propri sentimenti, libere di amare o di gioire della propria condizione di essere madri. E quindi a tutte quelle donne che da sempre vivono una vita di tormenti perché vessate torturate, perseguitate, oppresse e maltrattate da qualcuno o per qualche ragione.
L’8 di marzo è, e resterà per me solo una giornata in cui poter dedicare un pensiero a tutte quelle donne.
xam

giovedì 28 febbraio 2013

Rapaci?.... a volte.


C'era una volta... una piccola Poiana che, pur essendo un rapace, era svogliata, sapeva a malapena volare e per poco tempo. Non pensava certo d'avere la potenza dell'Aquila né tantomeno  la velocità del Falco. Gli anni passavano e lei era sempre più convinta di essere diversa da tutti gli altri volatili. Certamente aveva il becco forte ed uncinato come le Aquile, un folto e spesso piumaggio, ali per volare e, come i Falchi quando capitava, anche lei volteggiava veloce (o quasi). Ma era diversa. Molto.
Mentre ammirava tutti gli altri rapaci che si libravano nell'aria con le loro grandi ali e la loro vista acuta per cacciare le loro prede, lei, non comprendendo il perché di questo suo stato, se ne stava appollaiata sul ramo più basso di un albero cercando di capire cosa fare per diventare un vero e spietato rapace.
Un giorno, passò sotto quell'albero una piccola volpe che la vide e, presa dal panico, pensò subito di scappare perché immediatamente considerò il fatto di poter diventare un boccone prelibato per l’insaziabile rapace. La paura l’irrigidì non facendole fare neppure un passo verso la salvezza.
Ma la Poiana non si mosse, non ebbe nessun fremito che gli scosse le grandi ali, nessuna vibrazione che gli scarmigliò il piumaggio, nessuna eccitazione che svegliò la sua impassibilità. Ferma, come fosse imbalsamata, guardava la piccola volpe che, incuriosita,  a sua volta lo guardava.
Passarono alcuni minuti e la piccola volpe si domandò perché la Poiana non l’avesse ancora catturata ed incredula gli chiese: “non capisco, tu sei un rapace ed io una piccola volpe, avresti potuto librarti in volo per darmi la caccia ed afferrarmi in poco tempo… perché non l’hai fatto?”
In quel momento la Poiana capì tutto. Girò il suo capo verso gli altri uccelli che volavano nell'intenso azzurro del cielo e le rispose:  “vedi piccola volpe, il mondo è meraviglioso  proprio perché non tutti gli esseri sono uguali, anche se fanno parte della stessa specie. Ognuno ha la propria indole, il proprio animo, la propria tempra ed il proprio istinto. Nessuno è mai uguale ad un altro essere. E sai la cosa più importante? Bisognerebbe sempre accettare quello che si è, senza mai cercare di essere diversi , senza fare di tutto per poter dimostrare di essere  per forza il rapace più forte o quello che caccia meglio. Spesso non ce ne rendiamo conto, ma così facendo perdiamo il diritto ad essere diversi, e di conseguenza perdiamo anche il privilegio di essere liberi”  
Io ho scelto di essere diversa e libera.
“Ho capito cara mia, disse la piccola volpe, tu sei in una noiosa crisi depressiva esistenziale! Per uscire da questo stato, hai provato a divertirti cacciando le lepri o le manguste, dicono che siano delle vere prelibatezz…..!!! ” …ma ahimè, non fece in tempo e finire la frase che un gigantesco falco la uncinò con i suoi potenti artigli e la portò via con sé.
La morale di questa favola?:
Essere se stessi non è mai un male. Anzi molto spesso è la soluzione migliore perché potremo dire, senza paura di essere smentiti, di essere liberi e diversi. Ma anche perché in mezzo a tanti rapaci, potremmo essere fortunati e trovarne qualcuno che poi non è così tanto cattivo e spietato…
(un consiglio: è sempre meglio comunque che le piccole volpi stiano ben attente e si guardino bene in giro!)
People, have a good day!
xam



sabato 2 febbraio 2013

L'influenza? Grazie ho già dato...


L’influenza quest'anno sarà decisamente più aggressiva dicono gli esperti.
Ah! ma grazie miei cari signori esperti!...ci volevate voi per trasmetterci questa bella e confortante notizia. Se non altro perché, dopo che metà della popolazione italiana (me compreso), si è ammalata con stati febbrili da delirio tremens, mal di gola con placche grosse come monete da due euro, mal di testa da elettroshock e tosse, che in confronto quella di un accanito fumatore di toscani i medici definirebbero come "una leggera  bronchitella", beh ora siamo decisamente più sereni! Grazie della lieta novella!
E, mentre presi dallo sconforto, ingurgitiamo per la gioia dei Sig.ri Angelini e della mamma di tutte le case farmaceutiche: la Bayer, quei due quintali di tachipirina (e derivati) e di aspirina in tutte le forme conosciute sulla faccia della terra, lui, il malefico virus RNA organizza nei nostri corpicini favolose feste orgiastiche che nemmeno la premiata ditta "LeleFabrizio&Silvio" sarebbe capace di tanto. Ma in tutto questo c'è un (minimo) risvolto positivo. Quale? Beh direi che passare 4/6 giorni a casa nonostante la febbre non è poi così male... Possiamo infatti dedicarci a tutte quelle attività che solitamente vista la moltitudine di impegni quotidiani rimandiamo o ancor peggio tralasciamo. Qualche esempio?
1.  Aprire e finalmente leggere quei libri parcheggiati sul comodino da mesi e mesi (di solito quando arriviamo a casa la frase è sempre quella: "meno male, questa sera sono libero/a, non esco e leggo"...per poi, appena toccato il giaciglio, sprofondare in una letargia equivalente a quella degli orsi di Yellowstone)
2.  Vedere quei due film che sono stati “furbescamente” parcheggiati (per comodità) a fianco del lettore dvd e che però  ormai hanno praticamene l'età della Milo (la Sandrocchia nazionale è del '35!)
3. Dedicarsi al bricolage.
E quindi: cambio delle lampadine bruciate (mi raccomando togliete la corrente se non volete come per magia, illuminarvi d’immenso al pari della fiaccola delle olimpiadi!), appendere quel quadro che ci hanno regalato mesi fa (magari senza però martellarci e rompendoci le dita perché poi oltre all'influenza avrete soprattutto il problema di raggiungere il più vicino pronto soccorso), montare il mobiletto acquistato un anno prima all'Ikea (stabilendo però un nuovo “guinness world record” e cioè quello di non perderne nemmeno un pezzetto....), rimettere quella micro vite alla stanghetta degli occhiali che avete gelosamente conservato nel primo cassetto del comò (e che, come per uno strano rito voodoo che fa sparire moltissisime cose dalla casa non troverete mai più...), montare le tende nuove che stazionano impolverate nella cabina armadio da circa un semestre (ricordatevi che la scala non è un trampolino di lancio per esperti circensi) ed infine svuotare il frigorifero da tutte quelle nefandezze alimentari scadute da almeno tre mesi (questo naturalmente è quasi un’esclusiva di noi maschietti single e mono inquilini).
4. Passare un mezza giornata (perdendo centinaia di partite) giocando a Ruzzle!

Comunque se come me, avete già contratto il virus, siete a casa e vivete da soli, ci sono delle cose che non si possono assolutamente delegare: per esempio fare la spesa a fini del nostro naturale sostentamento. E quindi come direbbe quella saggia donna della mia mamma: “mi raccomando non uscire, ma se proprio devi farlo, copriti molto, molto, molto bene”. Dove le tre ripetizioni del “molto” stanno a significare che devi almeno indossare lo scafandro usato da Neil Armstrong per la prima passeggiata lunare. Ed allora eccoci alle prese con l’abbigliamento più assurdo da indossare, il “cipolla style”…ovvero mi vesto a strati!
Per prima cosa tiro fuori dall’armadio la calzamaglia da sci che di solito uso a La Thuile (uno dei posti in assoluto più freddi dell’intero comprensorio alpino) naturalmente manco a dirlo, insieme ai calzettoni in neoprene. Sopra alla calzamaglia un pantalone e ai piedi, un magnifico paio di boots della Timberland di quelli che le tue care estremità inferiori, dopo circa dieci minuti iniziano a bollire stile fanghi termali dell’isola di Vucano (ma si dai, quelli dove ci si tuffa felici e quando si riemerge il primo pensiero è che il rossore su corpo sia dovuto alla funzione terapeutica delle cure…mentre invece ti sei arrostito come un galletto amburghese! Due giorni di prognosi).
Ed ora la vestizione della parte superiore. 
Dolcevita di cachemire a pelle, maglione di cachemire sopra il dolcevita, gilet di pile (perché non si sa mai... la prudenza non è mai troppa) ed infine a coronamento di tanta prevenzione, sciarpone da sei metri, cappellino in tinta sciarpa (beh anche un tocco di giusta eleganza ci sta) e piumino da alta montagna.
Sembro l’esploratore Roald Engelbregt Gravning Amundsen (solo il nome è uno spettacolo!) in partenza per la traversata del Polo Sud. Contando che il supermercato dista da casa mia circa 5 minuti in auto, immagino che non farò nemmeno in tempo di percepirlo il freddo. Ma soprattutto ciò che non avevo minimamente messo in preventivo è che all'interno del grande emporio (di sabato stracolmo di gente) ci saranno stati almeno 26/28 gradi!!!!
Dicono in molti (medici omeopati, sciamani, guru e nonne) che per guarire, se non ti tocca ingurgitare quei sei chili di antibiotici che abbatterebbero persino un elefante, bisognerebbe fare una “bella sudata”. Beh, questo ve l'assicuro, è  davvero un metodo straordinario per farlo.!

 Auguri di pronta guarigione a tutti! Un abbraccio.
Max

venerdì 25 gennaio 2013

Guardare oltre...... sempre!


Già... bisogna sempre avere il coraggio di guardare "oltre".

Oltre il nostro orticello, oltre il campo, oltre il bosco, oltre la montagna, insomma, in ogni caso guardare sempre oltre quell'orizzonte che i nostri occhi riescono a vedere, perché proprio così riusciremo a capire cosa c'è al di là.

E' questo il segreto per far crescere la nostra anima. Fare esperienza per poter credere in noi stessi e sapere fino a che punto affrontare la battaglia e quando invece capire che la cosa migliore è battere in ritirata per poi ricaricarsi, ed affrontarne una nuova.

Questo per poter alla fine vincere la guerra.

Poiché non è importante quante battaglie potrai perdere, la cosa fondamentale è che tu riesca a vincere la tua personale guerra. E' giusto anche abbandonarsi, in una "zona confort", Un nostro momento personale, tutto nostro, che ci servirà per ricaricarci energeticamente.

Ogni giorno, ogni qual volta ci svegliamo, c'è una nuova sfida da affrontare, un nuovo bivio da prendere nel percorso che stiamo affrontando. Bisogna cercare sempre di scegliere quello giusto. E sarà sempre il nostro istinto a guidarci.

Ogni giorno tante nuove emozioni che possano essere piacevoli o dolorose ci aspettano. Dobbiamo essere preparati ad affrontarle con il giusto piglio e la giusta determinazione. Perché siamo noi ad essere i costruttori del nostro destino.

Noi chiediamo e se lo faremo bene, l'Universo ci risponderà.
Vi abbraccio 
Xam

Benvenuti finalmente nella Stagione dei Sorrisi: La Primavera è già qui! Cari amici, è finalmente arrivata la tanto attesa Primavera! Bottic...