sabato 8 marzo 2014

La scienza da “tempo” ha dimostrato che il “tempo” è un’invenzione dell'uomo che non esiste come dato oggettivo. 
Le ore passano perché noi stessi le abbiamo divise in minuti e secondi, poi ne siamo diventati schiavi. Schiavi della nostra stessa invenzione. L'orologio.

Come se fosse un gioco perverso, guardiamo le lancette e di corsa, rincorriamo impegni di ogni tipo: il lavoro, la famiglia, la casa, gli amici, i parenti, il cane, il gatto, la spesa e, siamo così abituati a correre sempre e ovunque che, quando rallentiamo il nostro ritmo o ci fermiamo per qualche momento, ci sentiamo completamente disorientati e, a volte, percepiamo questa pausa come uno spazio vuoto che ci mette l’ansia.

A quel punto ci dimentichiamo di ascoltare il nostro tempo interiore, il nostro bisogno di riposo, il tempo necessario per ascoltare noi stessi. A volte ci ammaliamo per questo.
Ed allora la domanda è: perché viviamo sempre di corsa?

Certo, di motivi razionali ce ne sarebbero molti, ma al di là di queste apparenti inattaccabili e solide ragioni, chiediamoci se in fondo, dentro di noi, quella che abbiamo in realtà è proprio la paura di fermarci. Poniamoci questa domanda con onestà e rispondiamoci senza timore di ascoltare la nostra risposta.

Credo che non si debba mai perdere l’occasione di fermarsi un po’ per prenderci una semplice pausa da tutti e tutto. Ci servirà a capire meglio ciò che siamo, quello che facciamo e perché lo facciamo, dove stiamo andando e se quella che percorriamo è veramente la direzione giusta, oppure non lo è.

E quindi, fermiamo il nostro orologio respiriamo a lungo e godiamo di quel tempo che sarà solo per noi e di nessun altro.

E’ quasi primavera.

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