La scienza da “tempo” ha
dimostrato che il “tempo” è un’invenzione dell'uomo che non esiste come dato
oggettivo.
Le ore passano perché noi stessi le abbiamo divise in minuti e secondi, poi
ne siamo diventati schiavi. Schiavi della nostra stessa invenzione. L'orologio.
Come se fosse un gioco perverso, guardiamo
le lancette e di corsa, rincorriamo impegni di ogni tipo: il lavoro, la
famiglia, la casa, gli amici, i parenti, il cane, il gatto, la spesa e, siamo
così abituati a correre sempre e ovunque
che, quando rallentiamo il nostro ritmo o ci fermiamo per qualche momento, ci
sentiamo completamente disorientati e, a volte, percepiamo questa pausa come
uno spazio vuoto che ci mette l’ansia.
A quel punto ci dimentichiamo di
ascoltare il nostro tempo interiore, il nostro bisogno di riposo, il tempo
necessario per ascoltare noi stessi. A volte ci ammaliamo per questo.
Ed allora la domanda è: perché viviamo
sempre di corsa?
Certo, di motivi razionali ce ne sarebbero
molti, ma al di là di queste apparenti inattaccabili e solide ragioni,
chiediamoci se in fondo, dentro di noi, quella che abbiamo in realtà è proprio la
paura di fermarci. Poniamoci questa domanda con onestà e rispondiamoci senza timore
di ascoltare la nostra risposta.
Credo che non si debba mai perdere
l’occasione di fermarsi un po’ per prenderci una semplice pausa da tutti e
tutto. Ci servirà a capire meglio ciò che siamo, quello che facciamo e perché lo
facciamo, dove stiamo andando e se quella che percorriamo è veramente la
direzione giusta, oppure non lo è.
E quindi, fermiamo il nostro orologio respiriamo
a lungo e godiamo di quel tempo che sarà solo per noi e di nessun altro.
E’ quasi primavera.
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