sabato 2 febbraio 2013

L'influenza? Grazie ho già dato...


L’influenza quest'anno sarà decisamente più aggressiva dicono gli esperti.
Ah! ma grazie miei cari signori esperti!...ci volevate voi per trasmetterci questa bella e confortante notizia. Se non altro perché, dopo che metà della popolazione italiana (me compreso), si è ammalata con stati febbrili da delirio tremens, mal di gola con placche grosse come monete da due euro, mal di testa da elettroshock e tosse, che in confronto quella di un accanito fumatore di toscani i medici definirebbero come "una leggera  bronchitella", beh ora siamo decisamente più sereni! Grazie della lieta novella!
E, mentre presi dallo sconforto, ingurgitiamo per la gioia dei Sig.ri Angelini e della mamma di tutte le case farmaceutiche: la Bayer, quei due quintali di tachipirina (e derivati) e di aspirina in tutte le forme conosciute sulla faccia della terra, lui, il malefico virus RNA organizza nei nostri corpicini favolose feste orgiastiche che nemmeno la premiata ditta "LeleFabrizio&Silvio" sarebbe capace di tanto. Ma in tutto questo c'è un (minimo) risvolto positivo. Quale? Beh direi che passare 4/6 giorni a casa nonostante la febbre non è poi così male... Possiamo infatti dedicarci a tutte quelle attività che solitamente vista la moltitudine di impegni quotidiani rimandiamo o ancor peggio tralasciamo. Qualche esempio?
1.  Aprire e finalmente leggere quei libri parcheggiati sul comodino da mesi e mesi (di solito quando arriviamo a casa la frase è sempre quella: "meno male, questa sera sono libero/a, non esco e leggo"...per poi, appena toccato il giaciglio, sprofondare in una letargia equivalente a quella degli orsi di Yellowstone)
2.  Vedere quei due film che sono stati “furbescamente” parcheggiati (per comodità) a fianco del lettore dvd e che però  ormai hanno praticamene l'età della Milo (la Sandrocchia nazionale è del '35!)
3. Dedicarsi al bricolage.
E quindi: cambio delle lampadine bruciate (mi raccomando togliete la corrente se non volete come per magia, illuminarvi d’immenso al pari della fiaccola delle olimpiadi!), appendere quel quadro che ci hanno regalato mesi fa (magari senza però martellarci e rompendoci le dita perché poi oltre all'influenza avrete soprattutto il problema di raggiungere il più vicino pronto soccorso), montare il mobiletto acquistato un anno prima all'Ikea (stabilendo però un nuovo “guinness world record” e cioè quello di non perderne nemmeno un pezzetto....), rimettere quella micro vite alla stanghetta degli occhiali che avete gelosamente conservato nel primo cassetto del comò (e che, come per uno strano rito voodoo che fa sparire moltissisime cose dalla casa non troverete mai più...), montare le tende nuove che stazionano impolverate nella cabina armadio da circa un semestre (ricordatevi che la scala non è un trampolino di lancio per esperti circensi) ed infine svuotare il frigorifero da tutte quelle nefandezze alimentari scadute da almeno tre mesi (questo naturalmente è quasi un’esclusiva di noi maschietti single e mono inquilini).
4. Passare un mezza giornata (perdendo centinaia di partite) giocando a Ruzzle!

Comunque se come me, avete già contratto il virus, siete a casa e vivete da soli, ci sono delle cose che non si possono assolutamente delegare: per esempio fare la spesa a fini del nostro naturale sostentamento. E quindi come direbbe quella saggia donna della mia mamma: “mi raccomando non uscire, ma se proprio devi farlo, copriti molto, molto, molto bene”. Dove le tre ripetizioni del “molto” stanno a significare che devi almeno indossare lo scafandro usato da Neil Armstrong per la prima passeggiata lunare. Ed allora eccoci alle prese con l’abbigliamento più assurdo da indossare, il “cipolla style”…ovvero mi vesto a strati!
Per prima cosa tiro fuori dall’armadio la calzamaglia da sci che di solito uso a La Thuile (uno dei posti in assoluto più freddi dell’intero comprensorio alpino) naturalmente manco a dirlo, insieme ai calzettoni in neoprene. Sopra alla calzamaglia un pantalone e ai piedi, un magnifico paio di boots della Timberland di quelli che le tue care estremità inferiori, dopo circa dieci minuti iniziano a bollire stile fanghi termali dell’isola di Vucano (ma si dai, quelli dove ci si tuffa felici e quando si riemerge il primo pensiero è che il rossore su corpo sia dovuto alla funzione terapeutica delle cure…mentre invece ti sei arrostito come un galletto amburghese! Due giorni di prognosi).
Ed ora la vestizione della parte superiore. 
Dolcevita di cachemire a pelle, maglione di cachemire sopra il dolcevita, gilet di pile (perché non si sa mai... la prudenza non è mai troppa) ed infine a coronamento di tanta prevenzione, sciarpone da sei metri, cappellino in tinta sciarpa (beh anche un tocco di giusta eleganza ci sta) e piumino da alta montagna.
Sembro l’esploratore Roald Engelbregt Gravning Amundsen (solo il nome è uno spettacolo!) in partenza per la traversata del Polo Sud. Contando che il supermercato dista da casa mia circa 5 minuti in auto, immagino che non farò nemmeno in tempo di percepirlo il freddo. Ma soprattutto ciò che non avevo minimamente messo in preventivo è che all'interno del grande emporio (di sabato stracolmo di gente) ci saranno stati almeno 26/28 gradi!!!!
Dicono in molti (medici omeopati, sciamani, guru e nonne) che per guarire, se non ti tocca ingurgitare quei sei chili di antibiotici che abbatterebbero persino un elefante, bisognerebbe fare una “bella sudata”. Beh, questo ve l'assicuro, è  davvero un metodo straordinario per farlo.!

 Auguri di pronta guarigione a tutti! Un abbraccio.
Max

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