Quella che oggi vorrei raccontarvi brevemente è una storia legata alla rinascita, al miglioramento ed al cambiamento (che, ricordatevi, è sempre positivo!).
Certo, per capire bene
dovreste trovarvi nei miei stessi panni, avere i miei stessi pensieri, vivere
la mia stessa vita. Ma credo che con un po’
d’immaginazione vi troverete, viaggiando con la fantasia, a percepire questa
narrazione con il giusto spirito.
L'avvio di un processo
di trasformazione solitamente suscita negli esseri umani sempre grandi resistenze, ma io sono invece sempre stato un fervidissimo sostenitore dei
cambiamenti. Già da adolescente non riuscivo a comprendere per quale strano
motivo non riuscissi mai a rimanere “immobile” per un giorno intero. Qualsiasi
cosa potesse modificare lo status che in quel momento stessi vivendo, lo facevo
inesorabilmente mio, chiedendomi allo stesso tempo se per caso avessi una grave
malattia di quelle incurabili e dal nome terribile. Più avanti mi sarei reso
conto invece che questo mio atteggiamento era dettato dal fatto che non volessi
perdermi assolutamente nulla di ciò che la vita potesse offrirmi. Sono sempre
stato un “magiavita” cronico!
Più gli anni passavano, più la mia voglia di trasformazione era
sempre più prepotente ed in questo, l’universo mi ha sempre regalato grandi
opportunità. Lavori di ogni tipo, viaggi, città dove vivere, diversi rapporti
sentimentali, un figlio (la mia vera ragione di vita), tanti (falsi) amici, mille
trasformazioni nel modo di vestire, di parlare, di agire e di vivere. Ogni
metamorfosi era un’opportunità da cogliere al volo, un’occasione unica per
provare, una possibilità in più di crescere umanamente. Riconosco che tutti
questi cambiamenti sono sempre stati comunque passaggi importanti per migliorare
la qualità della mia vita.
Ma il vero e profondo mutamento, la vera metamorfosi, la trasformazione
definitiva della mia esistenza terrena è stata determinata da un episodio grave
e terribile al tempo stesso che mi ha visto partecipe poco meno di cinque anni
fa. Nel breve volgere di qualche mese ho purtroppo dovuto accettare di perdere
tutto ciò che avessi costruito sia in termini economici sia in termini di
affetti, in tanti, lunghi anni di vita.
In un battito di ciglia mi sono trovato a non possedere più nulla.
Denaro, lavoro, casa, auto, fidanzata, amici, beni di ogni tipologia, famiglia,
tutto svanito nel nulla. Polverizzato. Dissolto. Da una parte per colpa della
mia ingenuità, della mia scelleratezza, del mio enorme ego “mangiavita” e dall’altra
anche grazie alla mia bontà, alla mia generosità, alla mia filantropia ed al
mio altruismo. Non entro nei particolari di come e cosa mi sia successo, ma un
enorme buco nero mi aveva inghiottito inesorabilmente e crudelmente.
Fine della vita (!).
Ero così giunto ad un bivio, ad un passaggio obbligatorio che
quella situazione imponeva: la scelta. Dover scegliere in breve tempo quale strada
percorrere. Se quella salire al decimo piano del mio (ex) palazzo chiudere gli
occhi e buttarmi giù, regalare la mia anima al maligno dedicandomi ad imprese
illecite, oppure farmi forza ed iniziare tutto da capo.
Pur avendo pensato molte volte alle prime due opportunità, la
ragione ed il pensiero positivo hanno prevalso. Ho scelto di provare a me
stesso che ce l’avrei fatta a risalire la china. A superare questo lungo ed
impervio sentiero in salita che comunque, ancora oggi, mi causa problemi,
malesseri e crisi di down. Negli anni subito successivi nessuno mi ha mai teso la mano, nessuno mi ha
regalato nulla, nessuno mi ha dato speranze. Ho dovuto credere fortemente in me
stesso, nelle mie possibilità e da solo, ricominciare.
Ho fatto “outing” (che ultimamente sembra essere diventato tanto
di moda), ed è stato molto utile per rendermi conto che non ero il solo ad
avere certe problematiche ed è quindi servito ad abbassare i carichi psicologici
negativi che derivavano dai miei problemi.
Ma soprattutto la più grande visione positiva per me era lui: mio
figlio. Un bellissimo figlio di cinque anni che avrei voluto veder crescere, che aveva
bisogno di me e che sicuramente non avrebbe mai accettato di aver avuto un
padre perdente e vigliacco. La grande forza che mi ha aiutato a uscire dall’impasse
in cui mi trovavo è arrivata soprattutto da lui.
Oggi ho (quasi) imparato ad essere un uomo nuovo e migliore, a combattere
con piglio più deciso per uscire dai problemi, a pensare che la nostra felicità
e la serenità dipendono solo da noi stessi, ad essere (non sempre ma ci sto
lavorando) soddisfatto per quel poco che posseggo, ad essere un padre presente
(ma forse lo sono sempre stato) e da qualche tempo sto lavorando con grande
passione perché il mio futuro possa essere più soddisfacente e felice. Ho due
grandi progetti e cercherò di realizzarli. L’universo sa cosa voglio, io ci
credo fortemente ed è per questo che lui non tarderà a farmelo recapitare in un
bel pacchetto infiocchettato.
Certamente non sono più spensierato, allegro e giocoso come un tempo
ma questo fa parte del “gioco”. Si chiama VITA e ti modella, ti forma, ti
scolpisce caratterialmente e spiritualmente. Ti fa crescere perché tu, a tua
volta, possa trasferire i messaggi che hai ricevuto.
In questa adrenalinica esperienza la vita mi ha insegnato davvero moltissimo.
Sarà anche retorico, ma mi ha spiegato con i fatti che non esiste aspettare che
passi nel fiume il cadavere del tuo nemico, perché forse non succederà. Mi ha
esposto con i fatti che per ogni problema è possibile trovare una soluzione. Mi
ha istruito sulla valenza del denaro che certamente da molta sicurezza ma non
la felicità, mi ha addestrato facendomi sapere che gli amici veri sono davvero
pochissimi. Mi ha educato severamente a seguire il motto “se vuoi, puoi”. Mi ha
consigliato di cavarmela sempre da solo perché quando sarai tu ad aver bisogno
probabilmente non troverai nessuno pronto ad aiutarti. Mi ha chiarito il concetto
che se qualcuno ti ama davvero, deve farlo per quello che sei oggi e non per quanto
possiedi o per la proiezione che dai del tuo futuro. Mi ha illustrato in modo
chiaro che il lavoro deve appagarti e mai renderti schiavo. Ma mi ha anche chiarito
sottolineandolo enfaticamente, che purtroppo moltissime cose si possono
comprare ed hanno un prezzo.
Detto questo, ora mi sento come in fermento, adrenalinico e pronto
ad affrontare un autunno/inverno impegnativo e pieno di novità. E, datemi
retta, non perdete mai di vista quelle tre parole (no, non sole cuore amore! J) che hanno cambiato per sempre la mia vita e potrebbero fare la
stessa cosa anche con voi.
Sono: Cambiamento. Miglioramento. Rinascita.
Vi auguro solo il meglio, del meglio, del meglio.
Max
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