Caro Pino, non è affatto uno sbaglio, in circostanze complicate e problematiche, chiedere un consiglio.
Ma attenzione a chiederlo alla Pina!!!
Infatti il suo modo di immaginare le cose è nettamente differente da quello che (di solito) adotta il Pino. Questo, anche per la sua abituale ed abile tendenza a prendere in considerazione la via più veloce (che non sempre è quella più giusta) per raggiungere la meta. Quella soluzione che in genere, si trova assolutamente vicinissimo al Pino e che lui, sciocco ed immaturo marziano, avendola sotto il naso, non vede mai!
Di fatto come dicevo, moltissime “Pine” (con rare eccezioni), sono inclini a trovare le soluzioni più rapide anche a costo di percorrere la strada meno semplice ed evidente. Forse perché la trovano banale, scontata, insignificante e nemmeno un po’ griffata!
Questo, è un po’ come spesso succede in Amore, quando la Pina, visto lo struggente desiderio di un rapporto, è dominata dalla voglia di trovare il percorso più breve per sistemarsi, idealizzando ed illudendosi di aver trovato il Pino della sua vita. Per poi, dopo un solo, rapidissimo battito di ciglia (finte), rendersi conto di aver sbagliato nella sua scelta! Del resto, il grado del volere non può essere equivalente a quello della conoscenza e spesso il suono è più pulito quando l’altoparlante è più piccolo e poco invadente.
Morale della favola: Pine e Pini (!) cercate sempre di trovare la strada giusta...non quella più breve!
giovedì 31 marzo 2011
domenica 27 marzo 2011
Ma la mela Eva, l'ha mangiata proprio tutta?
A pensarci bene, si fa proprio in fretta a dimenticare quel tempo, che forse, alcuni miei neuroni avrebbero indicato come esemplare, raro e perfetto solo per dimostrare a me stesso che si stava meglio quando si stava peggio! Ci sono date profetiche che bisognerebbe sempre e comunque non dimenticare mai, tanto per non ripercorrere certe strade o non ripetere certe stronzate che si sono fatte in tempi non sospetti (proprio quelli dove si stava peggio ma anche dove non ci si rendeva conto d’essere invece ad un passo dallo strapiombo).
Già, tutte quelle date sarebbe molto utile ricordarle, soprattutto perché dovrebbero essere un vero insegnamento, un monito, un consiglio per gli acquisti, un avviso lampeggiante, un rimprovero fatto da chi sa, da chi conosce, da chi è informato degli effetti ai quali spesso si va incontro.
Eppure io, sulla "spietatezza" di alcune donne so praticamente tutto, ormai sono un docente universitario, un presuntuoso e saccente cattedratico! Potrei tenere una conferenza su come, in tanti anni di vita, da buon sognatore, sono stato illuso ed automaticamente poi disilluso da una pletora di meduse dai lunghi e serpentiformi capelli. Abbagliato inizialmente da un’illusione divenuta poi un vero e proprio tormento. Non è stata colpa mia quindi se poi mi sono disamorato e rapidamente allontanato. Vabbè direte voi... che vuoi farci, è capitato a tutti. Vero! Ma da sempre mi chiedo: è mai possibile che se sei intelligente, mediamente belloccio, educato, istruito, presente, amorevole ed affettuoso, dopo poco tempo, per chissà quale sindrome che le colpisce, non vai più bene? Perché molte (poco) degne rappresentati del gentil sesso hanno la tendenza ad inseguire come un Cirneco dell’Etna (secondo la Federazione Cinofila Internazionale uno dei cani con l’olfatto più sviluppato del Mondo ndr.) tutti quei maschietti che per una rara malattia genetica rappresentano le specie umana più stronza dell’intero sistema solare? Come mai vengono attratte come la falene dalla luce da coloro che giornalmente le “bastonano”?
Forse una colpa da espiare dopo che quella stronza di Eva si è sbranata tutta la mela? Un Karma, dove il famoso principio di concatenazione secondo il quale ogni azione provoca una reazione è così forte da non mollarle mai? Una "sana" ed inconsapevole dose di masochismo?
Vi lascio in compagnia di questo arcano mistero e me ne vado a nanna. Fantastico!....mi sono anche ricordato di mettere le lancette avanti un’ora!
E’ arrivata l’ora legale, è già Estate.
Già, tutte quelle date sarebbe molto utile ricordarle, soprattutto perché dovrebbero essere un vero insegnamento, un monito, un consiglio per gli acquisti, un avviso lampeggiante, un rimprovero fatto da chi sa, da chi conosce, da chi è informato degli effetti ai quali spesso si va incontro.
Eppure io, sulla "spietatezza" di alcune donne so praticamente tutto, ormai sono un docente universitario, un presuntuoso e saccente cattedratico! Potrei tenere una conferenza su come, in tanti anni di vita, da buon sognatore, sono stato illuso ed automaticamente poi disilluso da una pletora di meduse dai lunghi e serpentiformi capelli. Abbagliato inizialmente da un’illusione divenuta poi un vero e proprio tormento. Non è stata colpa mia quindi se poi mi sono disamorato e rapidamente allontanato. Vabbè direte voi... che vuoi farci, è capitato a tutti. Vero! Ma da sempre mi chiedo: è mai possibile che se sei intelligente, mediamente belloccio, educato, istruito, presente, amorevole ed affettuoso, dopo poco tempo, per chissà quale sindrome che le colpisce, non vai più bene? Perché molte (poco) degne rappresentati del gentil sesso hanno la tendenza ad inseguire come un Cirneco dell’Etna (secondo la Federazione Cinofila Internazionale uno dei cani con l’olfatto più sviluppato del Mondo ndr.) tutti quei maschietti che per una rara malattia genetica rappresentano le specie umana più stronza dell’intero sistema solare? Come mai vengono attratte come la falene dalla luce da coloro che giornalmente le “bastonano”?
Forse una colpa da espiare dopo che quella stronza di Eva si è sbranata tutta la mela? Un Karma, dove il famoso principio di concatenazione secondo il quale ogni azione provoca una reazione è così forte da non mollarle mai? Una "sana" ed inconsapevole dose di masochismo?
Vi lascio in compagnia di questo arcano mistero e me ne vado a nanna. Fantastico!....mi sono anche ricordato di mettere le lancette avanti un’ora!
E’ arrivata l’ora legale, è già Estate.
giovedì 24 marzo 2011
La crisi del settimo mese.....
E' strano. Il mare è lo stesso, la spiaggia la stessa, il sole lo stesso, lei è la stessa, il sesso funziona lo stesso. Ma io non provo più quella specie di sfarfallio adolescenziale che mi prendeva allo stomaco fino a poco tempo fa. Forse, sono io a non essere più lo stesso... ma più facilmente abbiamo sbagliato. Dovevamo annusarci ancora un po’.
Il fatto è che sono passati solo sette mesi, ma sembra trascorsa già una vita. Ormai tutto è così prevedibile, catalogato e fin troppo scontato. Anche questa vacanza assomiglia in modo totalmente equivalente ed un po’ palloso alle altre.
Ore ed ore sulla spiaggia immobili ad arrostirci come due cotolette. E....“amore mi metti la crema, amore mi rimetti la crema? Amore che fai? Fai la doccia? Rifai la doccia? Certo tesoro che faccio la doccia, qui è troppo caldo, sembra di stare a Bangkok!!! Amò dai, vai a prendere dell'acqua fredda perché quella che abbiamo è già a temperatura ambiente. Mi prendi anche un ghiacciolo? Se non c'è rosso, prendilo bianco. Se non c'è nemmeno bianco mmmm... allora un cornetto!
E poi è la volta delle riviste. Prima leggi dello tsunami in Giappone e della guerra in Libia e poi, come se non fossero già sufficienti queste due cose a mandare il cervello in tilt, leggi sul newsmagazine di quante volte il premier ha fatto bunga bunga. Su uno dei settimanali gossippari che cosa fanno Belen con Corona (quando naturalmente non praticano lo sport nazionale: il bunga bunga) e poi sul quotidiano cosa fa Corona con la sua nuova fiamma che a sua volta lo cornifica con il calciatore di turno che però leggi sul "modaiolo" che sta già facendo bunga bunga con quella che è appena uscita dalla casa. (come quale casa? Non scherziamo... in Italia c’è solo “una casa”!!!) E poi sfogli altre riviste e ahimè leggi della caduta del desiderio, del progressivo calo delle nascite (tanto c'è sempre l'ultra 50enne per giunta lesbica che rimedia), della crisi del patriottismo, della paura del nucleare e poi ancora la fragilità della coppia, dell’inflazione galoppante e del dilagare della bisessualità....
Io per capire cosa mi sta accadendo, sto giornalmente cercando di rapire ogni immaginazione legata al passato (seppur breve) di questa storia, cerco di scomporre ogni singola nota della "musica" idilliaca che per alcuni mesi è stata la nostra musica, esplorando ogni anfratto della mia fantasia. Ma niente, nulla, assolutamente zero! Ho un vuoto pneumatico. Non capisco ma è come se avessi già visto questo film almeno una dozzina di volte. Conosco ormai a memoria le battute di questo ridondante, retorico ed enfatico copione.
Se avessi una sana ed incontrollata vocazione alla felicità (cosa che mi manca da un bel po’) e probabilmente se mi fossi reso conto prima di ciò che stava cambiando in me (ed anche in lei) avrei battuto in ritirata prima di affrontare questo nuovo viaggio. Ma vai a capire. Tendenza al masochismo? Vocazione al martirio? Impossibilità di collegamento tra i neuroni? Mah!
Comunque per evitare di sacrificare i miei desiderata sull’altare di un falso amore e quindi di non cedere come in passato ad ulteriori complicazioni, conflitti, ripicche, perplessità, angosce, litigi, sensi di colpa ed indecisioni, ho deciso che anche questa volta metterò la parola fine a questa sottospecie di surrogato amoroso. Perché io non voglio un amore part time. Voglio quel tipo d’Amore che ti trascina ineluttabilmente verso la felicità.
(Utopia? Tu chiamale se vuoi...Emozioni!)
Il fatto è che sono passati solo sette mesi, ma sembra trascorsa già una vita. Ormai tutto è così prevedibile, catalogato e fin troppo scontato. Anche questa vacanza assomiglia in modo totalmente equivalente ed un po’ palloso alle altre.
Ore ed ore sulla spiaggia immobili ad arrostirci come due cotolette. E....“amore mi metti la crema, amore mi rimetti la crema? Amore che fai? Fai la doccia? Rifai la doccia? Certo tesoro che faccio la doccia, qui è troppo caldo, sembra di stare a Bangkok!!! Amò dai, vai a prendere dell'acqua fredda perché quella che abbiamo è già a temperatura ambiente. Mi prendi anche un ghiacciolo? Se non c'è rosso, prendilo bianco. Se non c'è nemmeno bianco mmmm... allora un cornetto!
E poi è la volta delle riviste. Prima leggi dello tsunami in Giappone e della guerra in Libia e poi, come se non fossero già sufficienti queste due cose a mandare il cervello in tilt, leggi sul newsmagazine di quante volte il premier ha fatto bunga bunga. Su uno dei settimanali gossippari che cosa fanno Belen con Corona (quando naturalmente non praticano lo sport nazionale: il bunga bunga) e poi sul quotidiano cosa fa Corona con la sua nuova fiamma che a sua volta lo cornifica con il calciatore di turno che però leggi sul "modaiolo" che sta già facendo bunga bunga con quella che è appena uscita dalla casa. (come quale casa? Non scherziamo... in Italia c’è solo “una casa”!!!) E poi sfogli altre riviste e ahimè leggi della caduta del desiderio, del progressivo calo delle nascite (tanto c'è sempre l'ultra 50enne per giunta lesbica che rimedia), della crisi del patriottismo, della paura del nucleare e poi ancora la fragilità della coppia, dell’inflazione galoppante e del dilagare della bisessualità....
Io per capire cosa mi sta accadendo, sto giornalmente cercando di rapire ogni immaginazione legata al passato (seppur breve) di questa storia, cerco di scomporre ogni singola nota della "musica" idilliaca che per alcuni mesi è stata la nostra musica, esplorando ogni anfratto della mia fantasia. Ma niente, nulla, assolutamente zero! Ho un vuoto pneumatico. Non capisco ma è come se avessi già visto questo film almeno una dozzina di volte. Conosco ormai a memoria le battute di questo ridondante, retorico ed enfatico copione.
Se avessi una sana ed incontrollata vocazione alla felicità (cosa che mi manca da un bel po’) e probabilmente se mi fossi reso conto prima di ciò che stava cambiando in me (ed anche in lei) avrei battuto in ritirata prima di affrontare questo nuovo viaggio. Ma vai a capire. Tendenza al masochismo? Vocazione al martirio? Impossibilità di collegamento tra i neuroni? Mah!
Comunque per evitare di sacrificare i miei desiderata sull’altare di un falso amore e quindi di non cedere come in passato ad ulteriori complicazioni, conflitti, ripicche, perplessità, angosce, litigi, sensi di colpa ed indecisioni, ho deciso che anche questa volta metterò la parola fine a questa sottospecie di surrogato amoroso. Perché io non voglio un amore part time. Voglio quel tipo d’Amore che ti trascina ineluttabilmente verso la felicità.
(Utopia? Tu chiamale se vuoi...Emozioni!)
sabato 19 marzo 2011
amate i vostri papà (....sono uomini, anzi sono esseri umani!)
Lo so, spesso sono nevrotici e stressati. Sono troppo magri o troppo grassi, hanno calvizie incipienti e reumatismi recidivi, sono pigri perché perennemente stanchi. Hanno bisogno di realizzazione, di risarcimenti, di affermazione. Hanno il colon irritabile, il terrore dell'impotenza, un vago complesso edipico ma spesso anche un super ego. Hanno intemperanze affettive ed hobbies sempre eccessivamente morbosi. Amano lo sport (che vedono in tv), le donne (che vedono in tv) le auto (che comprano in tv) e sono abilissimi a parlare di politica (mentre la vedono in tv). Si contraddistinguono per l'innata tendenza all'immaturità e per il grande bisogno di essere consolati per le angherie subite nella vita. Nel nome dei padri ancor oggi si celebrano le più clamorose arlecchinate, come le clamorose fughe (amore vado a prendere le sigarette e torno...) o i più subdoli dei tradimenti con le segretarie di turno. Anche la pubblicità che ieri li aveva trasformati in supereroi, oggi li tradisce. Ora hanno assolutamente bisogno di spray per non russare, di spazzolini super rotanti, di rimedi efficaci per i primi sintomi influenzali, di pastiglie per non far prendere fuoco il loro stomaco e di cremine per snellire pancetta e maniglie.
Ma poveri papà sono solo uomini... o meglio sono anche loro esseri umani e come tali soggetti a sbagliare e quindi mi rivolgo a voi madri e a voi figli: se a volte li vedete in difficoltà, date loro una mano. Basterà una carezza in più o un semplice “ti voglio bene” per aumentarne l’autostima e per far proseguire la loro lotta giornaliera per regalare anche a voi un piccolo posto al sole (magari a Riccione sul lungomare).
Xam.
Ma poveri papà sono solo uomini... o meglio sono anche loro esseri umani e come tali soggetti a sbagliare e quindi mi rivolgo a voi madri e a voi figli: se a volte li vedete in difficoltà, date loro una mano. Basterà una carezza in più o un semplice “ti voglio bene” per aumentarne l’autostima e per far proseguire la loro lotta giornaliera per regalare anche a voi un piccolo posto al sole (magari a Riccione sul lungomare).
Xam.
giovedì 17 marzo 2011
Eppur ci amiamo....
Entrambi single e reduci da importanti e devastanti storie d’amore. Lei 36 anni, colta, intelligente e di una bellezza particolare, di quelle non appariscenti ma significative. Lui 47 anni alto, brizzolato, mediamente acculturato, mediamente intelligente, belloccio e con due grandi laghi azzurri al posto degli occhi.
In cuor suo, Lei, dopo tre soli mesi di conoscenza, credeva di amarlo veramente e pensava che fosse davvero il “Grande Amore” della sua vita. Tanto da indurla a lasciare la sua città, un lucroso impiego dirigenziale e la sua casa in centro per seguirlo in terra ligure a coltivare fiori! Per poi ahimè, accorgersi solo due mesi dopo, della sua allergia a Calle, Garofani e persino a tre qualità di Rose, di stare assolutamente stretta in quel micro bilocale (anche se vista mare), di aver scoperto che Lui, omaggi floreali a parte (tanto non li pagava), era peggio di "Suss l'ebreo" (che notoriamente ha le braccine moooolto corte), che era ingrassato come un cinghiale, che aveva un ego troppo debole, il colon irritabile ed una tendenza inalienabile all’infantilismo con, tanto per cambiare, una grande e lacrimevole nostalgia della mamma e della sua tata. Lei peraltro guadagnava molto di più con il suo lavoro ed inoltre giudicava la cittadina un posticino da vecchi babbioni. Vivendo ormai quasi prigioniera perennemente tra le quattro mura domestiche, la sua vita sociale si era ridotta ad andare a mangiare in compagnia di due coppiette ultra sessant'enni due sere alla settimana nella piazzetta del paese.
Facile dedurre che da quel momento in poi, la convivenza, seppur essendo entrambi pazienti, tolleranti e nutrire l'un per l'altra affetto sincero, poteva durare ormai ben poco, proprio perché alla base di quel rapporto mancava ciò che tutti vorrebbero e che, molto spesso idealizzano: L'Amore.
Ed eccola rientrata in città, per ora a casa della madre, dalla rinfacciosa e melensa compagnia, rimpiangendo la sua bella vita, per ora rovinata dal miraggio dell'Amore e già in partenza per raggiungere velocemente una bella sindrome pseudo depressiva, che presto necessiterà di una visitina dall’analista e di una dose massiccia di Lexotan per calmare l’ansia e lenire l’effetto delusione.
Questo è l'esempio di una di mille storie qualsiasi, piccoli abominii della più assoluta normalità, dovuti per lo più all'idea che l'Amore sia davvero il fine ultimo della vita o meglio quell’ultima ratio bisognosa di perenni sacrifici che siano essi maschili o femminili. Ma non è così credetemi.
Un mio consiglio (per quanto opinabile) è questo: Non fatevi prendere più dalla paura della solitudine o dallo spauracchio della disapprovazione sociale. Perché la parola “soli” fa sempre un po’ paura, ci sospinge ad idealizzare le persone che incrociamo sulla nostra strada credendo che siano sempre quelle giuste. Ma prendere un abbaglio in questi casi, è facile come bere un dissetante bicchiere d’acqua fresca in estate.
Un uomo ed una donna, s’incontrano, si guardano, si piacciono, si amano. Apparentemente sembra la cosa più facile del mondo. Ed invece NO. Non cediamo alle lusinghe del “momento” ma cerchiamo invece di vivere una sana, vivace, serena ed appagante normalità nell’approccio verso “l’altro”.
Chiudo questo interminabile post di oggi con un celebre aforisma di Antoine De Saint-Euxpery (l’autore del Piccolo Principe) che dice: “Amore non è guardarsi a vicenda ma è guardare insieme nella stessa direzione”. Meditiamo....
Xam
In cuor suo, Lei, dopo tre soli mesi di conoscenza, credeva di amarlo veramente e pensava che fosse davvero il “Grande Amore” della sua vita. Tanto da indurla a lasciare la sua città, un lucroso impiego dirigenziale e la sua casa in centro per seguirlo in terra ligure a coltivare fiori! Per poi ahimè, accorgersi solo due mesi dopo, della sua allergia a Calle, Garofani e persino a tre qualità di Rose, di stare assolutamente stretta in quel micro bilocale (anche se vista mare), di aver scoperto che Lui, omaggi floreali a parte (tanto non li pagava), era peggio di "Suss l'ebreo" (che notoriamente ha le braccine moooolto corte), che era ingrassato come un cinghiale, che aveva un ego troppo debole, il colon irritabile ed una tendenza inalienabile all’infantilismo con, tanto per cambiare, una grande e lacrimevole nostalgia della mamma e della sua tata. Lei peraltro guadagnava molto di più con il suo lavoro ed inoltre giudicava la cittadina un posticino da vecchi babbioni. Vivendo ormai quasi prigioniera perennemente tra le quattro mura domestiche, la sua vita sociale si era ridotta ad andare a mangiare in compagnia di due coppiette ultra sessant'enni due sere alla settimana nella piazzetta del paese.
Facile dedurre che da quel momento in poi, la convivenza, seppur essendo entrambi pazienti, tolleranti e nutrire l'un per l'altra affetto sincero, poteva durare ormai ben poco, proprio perché alla base di quel rapporto mancava ciò che tutti vorrebbero e che, molto spesso idealizzano: L'Amore.
Ed eccola rientrata in città, per ora a casa della madre, dalla rinfacciosa e melensa compagnia, rimpiangendo la sua bella vita, per ora rovinata dal miraggio dell'Amore e già in partenza per raggiungere velocemente una bella sindrome pseudo depressiva, che presto necessiterà di una visitina dall’analista e di una dose massiccia di Lexotan per calmare l’ansia e lenire l’effetto delusione.
Questo è l'esempio di una di mille storie qualsiasi, piccoli abominii della più assoluta normalità, dovuti per lo più all'idea che l'Amore sia davvero il fine ultimo della vita o meglio quell’ultima ratio bisognosa di perenni sacrifici che siano essi maschili o femminili. Ma non è così credetemi.
Un mio consiglio (per quanto opinabile) è questo: Non fatevi prendere più dalla paura della solitudine o dallo spauracchio della disapprovazione sociale. Perché la parola “soli” fa sempre un po’ paura, ci sospinge ad idealizzare le persone che incrociamo sulla nostra strada credendo che siano sempre quelle giuste. Ma prendere un abbaglio in questi casi, è facile come bere un dissetante bicchiere d’acqua fresca in estate.
Un uomo ed una donna, s’incontrano, si guardano, si piacciono, si amano. Apparentemente sembra la cosa più facile del mondo. Ed invece NO. Non cediamo alle lusinghe del “momento” ma cerchiamo invece di vivere una sana, vivace, serena ed appagante normalità nell’approccio verso “l’altro”.
Chiudo questo interminabile post di oggi con un celebre aforisma di Antoine De Saint-Euxpery (l’autore del Piccolo Principe) che dice: “Amore non è guardarsi a vicenda ma è guardare insieme nella stessa direzione”. Meditiamo....
Xam
mercoledì 16 marzo 2011
meravigliose, uniche ed incomprensibili.....donne!
Se mi soffermo a pensare a tutti i miei incontri con l’Amore, un brivido mi sale lungo la schiena e la percorre come su un’autostrada italiana in pieno mese d’agosto mentre fermo in qualche chilometrica coda, il condizionatore produce continuamente dell’aria gelida. Ecco, l’amore per il sottoscritto è stato un po’ come un climatizzatore mal funzionante, o troppo caldo o troppo freddo. Mai una sana ed equilibrata via di mezzo, mai i classici ventidue gradi che desidereremmo avere sempre all’interno dell’abitacolo della nostra auto.
Ora le donne non me ne vogliano per il ritratto che sto loro per fare. Sono assolutamente consapevole di aver semplificato molti dei loro comportamenti di non aver evidenziato mai a sufficienza le loro straordinarie virtù, il loro indubbio charme, la loro grande forza ed il loro assoluto coraggio. Per quanto mi riguarda, l’universo femminile è davvero uno stimolante labirinto senza però nessuna apparente via d’uscita. Una vera foresta tropicale piena d’insidie nella quale perdersi senza nessuna possibilità di uscirne incolumi. Un modulo di test intellettivi, senza però nessun “aiutino” per le risposte.
Nei miei trascorsi di vita ho conosciuto diverse grandi donne, ma come per uno strano incantesimo, hanno sempre scelto i miei amici oppure hanno preferito legarsi al lavoro.
Io per consolarmi, da sempre mi ripeto che non mi meritavano. Riconosco però che è l’unico modo per non far soffrire troppo il mio enorme ego maschile.
Comunque, nonostante le "bastonate" ricevute, non ho affatto intenzione di sventolare la bandiera bianca all’Amore, uno status menti che ho sempre amato, ne tantomeno cominciare una vita da spirituale anacoreta.
Ora però è venuto il momento di prendersi una meritata pausa di riflessione e quindi, da oggi non cercherò più di cogliere l’essenza del genere femminile (ma semplicemente perché non amo i lavori impossibili! :-) ). Mi metterò quindi in un angolino dal quale osservare, valutare e meditare sull'atteggiamento meno insidioso (per la mia salute) da tenere nel rapportarmi con la mia prossima "venusiana".
Certo, se mi fermo a pensare, divento vittima della mia stessa ilarità. Molti dei miei comportamenti legati ad incontri con le donne e scelti per l’occasione, sono risultati essere drammaticamente sbagliati.
Vi faccio qualche esempio:
A) Non pensi nulla e ti lasci guidare dall’istinto schiacciando il piede a tavoletta sull'acceleratore?? ...Sei assolutamente troppo rapido! La conseguenza sarà quella di farle scappare come "leprotte" impaurite.
B) Pensi a che "strategia" adottare e naturalmente la razionalità t’impedisce di lanciarti a capofitto nella situazione? ...Sei troppo lento! La conseguenza sarà quella di farti tacciare come un tipetto noioso!
C) Ti lasci trasportare dagli eventi e permetti che le cose vengano gestite soprattutto da lei? ...Non hai le palle!! Beh, parliamoci chiaro, qui la conseguenza è evidente!!
D) Ti trasformi in un macho tatuato, con il piercing al naso, frequentatore di palestre, discoteche e bische clandestine? ...Sei troppo aggressivo! La conseguenza sarà quella di farti tenere a debita distanza, meglio un semplice, incravattato e facoltoso commercialista.
E) Decidi di mantenere un contegno rispettoso, galante ed educato, inevitabilmente il risultato sarà che... sei gay! (però visto che i gay piacciono così tanto al gentil sesso, magari qui la conseguenza non sarà poi così terribile!) :-)
Spesso mi piace cenare con qualche amico e la serata trascorre scambiandosi aneddoti divertenti (molto più spesso tragici) sull’universo femminile. Più parliamo delle nostre esperienze e più ci rendiamo conto che: se sei un principe (una volta era azzurro, ora il colore non importa più) loro desidererebbero che tu fossi un muscoloso muratore (di quelli però che si vedono solo nella pubblicità tv della Coca Cola!), se sei un creativo o peggio ancora un’artista, sarebbe meglio lavorassi in banca, fossi più “inquadrato” e assolutamente molto più responsabile. Se sei un’intellettuale, a loro in quel momento piacerà invece dedicarsi totalmente ad un rozzo agricoltore della bassa. Se hai velleità di fare famiglia ed avere dei bambini, loro in un attimo si trasformeranno in irriducibili single impenitenti. Se poi hai attitudini sportive, come per magia il loro ideale diventerà un obeso di centotrenta chili costantemente alle prese con le più svariate tipologie di dieta!
La situazione più imbarazzante è che più volano via gli anni, più prende il volo anche tutta l’energia e la voglia di ricominciare da capo a cercare la nostra metà della mela!
Ah le donne... questo meraviglioso, unico, incomprensibile e straordinario universo!
Xam
Ora le donne non me ne vogliano per il ritratto che sto loro per fare. Sono assolutamente consapevole di aver semplificato molti dei loro comportamenti di non aver evidenziato mai a sufficienza le loro straordinarie virtù, il loro indubbio charme, la loro grande forza ed il loro assoluto coraggio. Per quanto mi riguarda, l’universo femminile è davvero uno stimolante labirinto senza però nessuna apparente via d’uscita. Una vera foresta tropicale piena d’insidie nella quale perdersi senza nessuna possibilità di uscirne incolumi. Un modulo di test intellettivi, senza però nessun “aiutino” per le risposte.
Nei miei trascorsi di vita ho conosciuto diverse grandi donne, ma come per uno strano incantesimo, hanno sempre scelto i miei amici oppure hanno preferito legarsi al lavoro.
Io per consolarmi, da sempre mi ripeto che non mi meritavano. Riconosco però che è l’unico modo per non far soffrire troppo il mio enorme ego maschile.
Comunque, nonostante le "bastonate" ricevute, non ho affatto intenzione di sventolare la bandiera bianca all’Amore, uno status menti che ho sempre amato, ne tantomeno cominciare una vita da spirituale anacoreta.
Ora però è venuto il momento di prendersi una meritata pausa di riflessione e quindi, da oggi non cercherò più di cogliere l’essenza del genere femminile (ma semplicemente perché non amo i lavori impossibili! :-) ). Mi metterò quindi in un angolino dal quale osservare, valutare e meditare sull'atteggiamento meno insidioso (per la mia salute) da tenere nel rapportarmi con la mia prossima "venusiana".
Certo, se mi fermo a pensare, divento vittima della mia stessa ilarità. Molti dei miei comportamenti legati ad incontri con le donne e scelti per l’occasione, sono risultati essere drammaticamente sbagliati.
Vi faccio qualche esempio:
A) Non pensi nulla e ti lasci guidare dall’istinto schiacciando il piede a tavoletta sull'acceleratore?? ...Sei assolutamente troppo rapido! La conseguenza sarà quella di farle scappare come "leprotte" impaurite.
B) Pensi a che "strategia" adottare e naturalmente la razionalità t’impedisce di lanciarti a capofitto nella situazione? ...Sei troppo lento! La conseguenza sarà quella di farti tacciare come un tipetto noioso!
C) Ti lasci trasportare dagli eventi e permetti che le cose vengano gestite soprattutto da lei? ...Non hai le palle!! Beh, parliamoci chiaro, qui la conseguenza è evidente!!
D) Ti trasformi in un macho tatuato, con il piercing al naso, frequentatore di palestre, discoteche e bische clandestine? ...Sei troppo aggressivo! La conseguenza sarà quella di farti tenere a debita distanza, meglio un semplice, incravattato e facoltoso commercialista.
E) Decidi di mantenere un contegno rispettoso, galante ed educato, inevitabilmente il risultato sarà che... sei gay! (però visto che i gay piacciono così tanto al gentil sesso, magari qui la conseguenza non sarà poi così terribile!) :-)
Spesso mi piace cenare con qualche amico e la serata trascorre scambiandosi aneddoti divertenti (molto più spesso tragici) sull’universo femminile. Più parliamo delle nostre esperienze e più ci rendiamo conto che: se sei un principe (una volta era azzurro, ora il colore non importa più) loro desidererebbero che tu fossi un muscoloso muratore (di quelli però che si vedono solo nella pubblicità tv della Coca Cola!), se sei un creativo o peggio ancora un’artista, sarebbe meglio lavorassi in banca, fossi più “inquadrato” e assolutamente molto più responsabile. Se sei un’intellettuale, a loro in quel momento piacerà invece dedicarsi totalmente ad un rozzo agricoltore della bassa. Se hai velleità di fare famiglia ed avere dei bambini, loro in un attimo si trasformeranno in irriducibili single impenitenti. Se poi hai attitudini sportive, come per magia il loro ideale diventerà un obeso di centotrenta chili costantemente alle prese con le più svariate tipologie di dieta!
La situazione più imbarazzante è che più volano via gli anni, più prende il volo anche tutta l’energia e la voglia di ricominciare da capo a cercare la nostra metà della mela!
Ah le donne... questo meraviglioso, unico, incomprensibile e straordinario universo!
Xam
lunedì 14 marzo 2011
in viaggio...
Tra le migliaia ed una cosa che solitamente faccio nel corso della mia incasinatissima esistenza, c'è un momento che amo particolarmente. E' un'occasione unica e speciale per potermi finalmente rilassare, calmare ed allentare la tensione e lo stress che ogni giorno mio malgrado accumulo. E' "viaggiare"!. Certo, direte voi, bella scoperta, a chi non piace? Chi non vorrebbe farlo di continuo per poter scoprire nuovi paesi, nuove culture e nuovi mondi (sostengo da sempre che, anche se si parte per andare, che ne sò, a Santargangelo di Romagna, anche lì si potranno incontrare nuovi mondi e naturalmente culture spesso a noi sconosciute!!!) ;-)
Beh, comunque io sono assolutamente d'accordo con voi. Viaggiare è meraviglioso. Ma la realtà è che al sottoscritto, spesso piace lo status del "viaggio" (ma solo se non guido) e quindi non sempre la meta da raggiungere.
Mi spiego meglio: in questo momento sono su un treno iperfantaultraveloce (Milano/Roma solo 2h e 59') che mi porta nella Città Eterna che, per quanto mi piaccia moltissimo (la città, non il treno!), domani sarà meta di una mezza dozzina di appuntamenti di lavoro e quindi, ça va sans dire, non certo piacevole quanto un viaggetto programmato seppur per una breve vacanza.
Naturalmente anch'io, come molti, adoro viaggiare soprattutto per raggiungere una meta collegata a qualche giorno di ferie (e magari agognata per lungo tempo) ma oggi, anche questo breve tragitto pomeridiano mi coccola. Infatti il relax è totale. Scrivo, mangiucchio, leggo e parlo amabilmente con il mio vicino di posto (che in questo caso però è una vicina un pò sovrappeso, piena di anelli, chincaglierie varie pendenti dal collo e che assomiglia vagamente a Maga Magò, tanto che temo che tra qualche minuto tirerà fuori dalla sua enorme borsa "gipsystyle" la sua bella sfera di cristallo per predirmi il futuro... e, che manco a dirlo, sarà a pagamamento!)
Bon vojage! ! !
Beh, comunque io sono assolutamente d'accordo con voi. Viaggiare è meraviglioso. Ma la realtà è che al sottoscritto, spesso piace lo status del "viaggio" (ma solo se non guido) e quindi non sempre la meta da raggiungere.
Mi spiego meglio: in questo momento sono su un treno iperfantaultraveloce (Milano/Roma solo 2h e 59') che mi porta nella Città Eterna che, per quanto mi piaccia moltissimo (la città, non il treno!), domani sarà meta di una mezza dozzina di appuntamenti di lavoro e quindi, ça va sans dire, non certo piacevole quanto un viaggetto programmato seppur per una breve vacanza.
Naturalmente anch'io, come molti, adoro viaggiare soprattutto per raggiungere una meta collegata a qualche giorno di ferie (e magari agognata per lungo tempo) ma oggi, anche questo breve tragitto pomeridiano mi coccola. Infatti il relax è totale. Scrivo, mangiucchio, leggo e parlo amabilmente con il mio vicino di posto (che in questo caso però è una vicina un pò sovrappeso, piena di anelli, chincaglierie varie pendenti dal collo e che assomiglia vagamente a Maga Magò, tanto che temo che tra qualche minuto tirerà fuori dalla sua enorme borsa "gipsystyle" la sua bella sfera di cristallo per predirmi il futuro... e, che manco a dirlo, sarà a pagamamento!)
Bon vojage! ! !
domenica 13 marzo 2011
"Le più belle storie d'Amore"
Le storie d'Amore più belle sono quelle in cui non puoi stare senza vederla, senza toccarla o senza parlarle.
Le storie d'Amore più belle sono quelle dove il cuore ti batte forte ad ogni sua parola, ad ogni suo sguardo. Quelle che ti fanno pensare e ripensare a ogni suo movimento.
Le storie d'Amore più belle sono quelle dove cerchi i suoi occhi mentre fai l'amore, e poi tieni con te quella bella sensazione ed il suo ricordo. Ed il suo odore ti resta nei capelli, sui vestiti, sulle labbra, nell'anima, ovunque ti abbia sfiorato.
Le storie d'Amore più belle sono quelle che ti impediscono di cancellare i suoi messaggi sul cellulare. Quelle che ti fanno piangere e ridere nello stesso momento, quelle che non riesci a dimenticare neppure volendo.
Le storie d'Amore più belle sono quelle che ti fanno venire un vuoto allo stomaco quando pensi al vostro primo incontro e al primo bacio che ti ha dato.
Le storie d'Amore più belle sono quelle che stupidamente ti fanno leggere gli oroscopi per sapere se dureranno per sempre. Che ti fanno ascoltare le canzoni che parlano d'amore e di lei. Quelle che ti fanno aspettare una sua telefonata, quelle che ti fanno guardare dalla finestra, sperando che lei arrivi.
Le storie d'Amore più belle sono quelle che ti rendono geloso appena la vedi sorridere ad un altro, quelle che ti fanno smettere di mangiare, che ti impediscono di dormire. Quelle che anche quando finiscono, non muoiono mai...
Le storie d'Amore più belle.... sono quelle che ti fanno fermare a scrivere che cos'è una bellissima storia d'amore.
Le storie d'Amore più belle sono quelle dove il cuore ti batte forte ad ogni sua parola, ad ogni suo sguardo. Quelle che ti fanno pensare e ripensare a ogni suo movimento.
Le storie d'Amore più belle sono quelle dove cerchi i suoi occhi mentre fai l'amore, e poi tieni con te quella bella sensazione ed il suo ricordo. Ed il suo odore ti resta nei capelli, sui vestiti, sulle labbra, nell'anima, ovunque ti abbia sfiorato.
Le storie d'Amore più belle sono quelle che ti impediscono di cancellare i suoi messaggi sul cellulare. Quelle che ti fanno piangere e ridere nello stesso momento, quelle che non riesci a dimenticare neppure volendo.
Le storie d'Amore più belle sono quelle che ti fanno venire un vuoto allo stomaco quando pensi al vostro primo incontro e al primo bacio che ti ha dato.
Le storie d'Amore più belle sono quelle che stupidamente ti fanno leggere gli oroscopi per sapere se dureranno per sempre. Che ti fanno ascoltare le canzoni che parlano d'amore e di lei. Quelle che ti fanno aspettare una sua telefonata, quelle che ti fanno guardare dalla finestra, sperando che lei arrivi.
Le storie d'Amore più belle sono quelle che ti rendono geloso appena la vedi sorridere ad un altro, quelle che ti fanno smettere di mangiare, che ti impediscono di dormire. Quelle che anche quando finiscono, non muoiono mai...
Le storie d'Amore più belle.... sono quelle che ti fanno fermare a scrivere che cos'è una bellissima storia d'amore.
sabato 12 marzo 2011
Il cambio del pannolino..... (del papà)
Il cambio del pannolino
1. Il pannolino può essere cambiato per tre ragioni:
a) perché lo dice la mamma;
b) perché lo dice la suocera;
c) perché il bimbo ha cagato.
Naturalmente il gesto perde, nei primi due casi, gran parte della sua drammaticità. Il vero, autentico, cambio di pannolino assume la presenza della merda.
Di solito accade così. La mamma prende in braccio il bambino, lo annusa un po' e dice, con voce gaia e piuttosto cretina: - E qui cosa abbiamo fatto, eh? Sento un certo odorino? Cosa ha fatto l'angioletto?
Poi la mamma va di là e vomita.
A questo punto si riconosce il padre menefreghista (con quattro soldi) ed il padre collaborativo.
Il padre menefreghiesta dice: - Che schifo! - e chiama la tata.
Il padre collaborativo prende il bambino e lo va a cambiare.
2. Il pannolino si cambia, rigorosamente, sul fasciatoio. Il fasciatoio è un mobile che quando lo vedi a casa tua, capisci che un sacco di cose sono finite per sempre, tra le quali la giovinezza.
Comunque è studiato bene: ha dei cassettini vari e un piano su cui appoggiare il bambino. Far star fermo il bambino su quel piano è come far stare una trota in bilico sul bordo del lavandino. E' fondamentale non distrarsi mai. Il neonato medio non è in grado quasi di girarsi sul fianco, ma è perfettamente in grado, appena ti volti, di buttarsi giù dal fasciatoio facendoti il gesto dell'ombrello: pare che si allenino nella placenta, in quei nove mesi che passano sott'acqua.
Dunque: tenere ben ferma la trota e sperare in bene.
3. Una volta spogliato il bambino, appare il pannolino contenente quello che Gadda chiamava "l'estruso".
E' il momento della verità. Si staccano due pezzi di scotch ai lati e il pannolino si apre. La zaffata è impressionante. E' singolare cosa riesca a produrre un intestino tutto sommato vergine: cose del genere te le aspetteresti dall'intestino di Bukowski, non di tuo figlio. Ma tant'è: non c'è niente da fare!
O meglio: si inventano tecniche di sopravvivenza. Io, ad esempio, mi son convinto che tutto sommato la merda dei bambini profuma di yogurt. Fateci caso: se non guardate potrebbe anche sembrare che vostro figlio si sia seduto su una confezione famiglia di Yomo doppia panna. Se guardate e più difficile. Ma senza guardare? Io con questo sistema sono riuscito ad ottenere ottimi risultati: adesso quando apro un barattolo di yogurt sento odore di merda.
4. Impugnare con la mano sinistra le caviglie del bambino e tirarlo su come una gallina. Con la destra aprire la confezione di salviettine profumate e prenderne una. Neanche il mago Silvan ci riuscirebbe: le salviettine vengono via solo a gruppi di ottanta.
Scuotete allora il blocchetto fino a rimanere con tra le dita un numero inferiore a cinque salviette.
A quel punto, di solito, la gallina-trota, stufa di stare appesa come un idiota, dà uno strattone: se non vi cade, riuscirà comunque a spargere un po' di cacca in giro. Tamponate ovunque con le salviettine profumate.
Ritirate su il pollo e con gesto rapinoso pulite il sedere del bambino. Posate le salviettine usate nel pannolino e richiudetelo.
A quel punto la vostra situazione è: nella mano sinistra un pollo-trota coi lineamenti di vostro figlio.
Nella mano destra, una bomba chimica.
5. NON andate a buttare la bomba chimica: la trota scivolerebbe per terra. Quindi, posatela nei paraggi (la bomba, non la trota) registrando il curioso profumo di yogurt che si spande per l'aria. Senza mollare la presa con la mano sinistra, usate la destra per detergere a fondo e poi passate all'olio.
Ve ne versate alcune gocce sulla mano. Esse scivoleranno immediatamente giu verso il polso, valicheranno il confine dei polsini, e da li spariranno nell'underground dei vostri vestiti. La sera ne troverete traccia nei calzini. Completamente lubrificati, passate alla Pasta di Fissan, un singolare prodotto nato da un amplesso tra la maionese Calvè e del gesso liquido, ne riempite il sedere del pollo e naturalmente ve ne distribuite variamente in giro per giacche, pantaloni, ecc.
A quel punto avete praticamente finito e, a quel punto, il bambino fa pipì.
6. Il bambino non fa pipì a caso. La fa sul vostro maglione. Voi fate un istintivo salto indietro. Errore! La trota, finalmente libera, si butta giù dal fasciatoio.
Ritirate su la trota e non raccontate mai alla mamma l'accaduto.
7. Prendere il pannolino nuovo. Capire qual è il lato davanti (di solito c'è una greca colorata che aiuta, facendovi sentire imbecilli). Inserire il pannolino tra le gambe del bambino e chiudere. Il sistema è stato studiato bene: due specie di pezzi di scotch e il pannolino si chiude. Si, ma quanto si chiude? Così è troppo stretto, così è troppo largo, così è troppo stretto, così è troppo largo. Si puo arrivare anche ad una ventina di tentativi. E' in quel momento che il bambino comincia ad intuire di avere un padre scemo: giustamente manifesta una certa delusione, cioè inizia a gridare come un martire. Da qui in poi si fa tutto in apnea e in un bagno di sudore.
8. Nonostante i decibel espressi dal bambino, mantenere la calma e provare a rivestire il bambino. E' questo il momento dei poussoir. Quando Dio cacciò gli uomini dal paradiso terrestre disse: - Partorirete con dolore e dovrete chiudere le tutine dei vostri figli con i poussoir! Per chiudere un poussoir bisogna avere: grandissimo sangue freddo, mira eccezionale, culo della madonna. Il numero di poussoir presente in una tutina è sorprendente e, perfidamente, dispari.
9. Se nonostante tutto riuscite a rivestire il bambino, avete praticamente finito. Vi ricordate che avete dimenticato il borotalco: il culetto si arrossirà. Pensate ai bambini in Africa e concludete: si arrossirà, e che sarà mai! Quindi prendete il bambino e lo riconsegnate alla mamma.
Lei chiederà: - L'hai messo il borotalco? Voi direte: - Sì! - con convinzione.
10. Ripercussioni fisiche e psichiche. Fisicamente, cambiare un pannolino, brucia le stesse calorie di una partita di tennis. Psichicamente il padre post-pannolino tende a sentirsi spaventosamente buono e in pace con se stesso. Per almeno tre ore è convinto di avere la nobiltà d'animo di Madre Teresa di Calcutta. Quando l'effetto svanisce, subentra un irresistibile desiderio di essere single, giovane, cretino e un po' di destra.
Alcuni si spingono fino a consultare il settore "Decappottabili" su Gente&Motori. Altri telefonano ad una ex-fidanzata e quando lei risponde mettono giù. Pochi dicono che devono andare a comprare le sigarette, escono e poi, tragicamente, ritornano.
In casa li avvolge la sicurezza del focolare, il tepore dei sentimenti sicuri, e un singolare, acutissimo sentore di yogurt...
Un abbraccio a tutti i papà (collaborativi...)
1. Il pannolino può essere cambiato per tre ragioni:
a) perché lo dice la mamma;
b) perché lo dice la suocera;
c) perché il bimbo ha cagato.
Naturalmente il gesto perde, nei primi due casi, gran parte della sua drammaticità. Il vero, autentico, cambio di pannolino assume la presenza della merda.
Di solito accade così. La mamma prende in braccio il bambino, lo annusa un po' e dice, con voce gaia e piuttosto cretina: - E qui cosa abbiamo fatto, eh? Sento un certo odorino? Cosa ha fatto l'angioletto?
Poi la mamma va di là e vomita.
A questo punto si riconosce il padre menefreghista (con quattro soldi) ed il padre collaborativo.
Il padre menefreghiesta dice: - Che schifo! - e chiama la tata.
Il padre collaborativo prende il bambino e lo va a cambiare.
2. Il pannolino si cambia, rigorosamente, sul fasciatoio. Il fasciatoio è un mobile che quando lo vedi a casa tua, capisci che un sacco di cose sono finite per sempre, tra le quali la giovinezza.
Comunque è studiato bene: ha dei cassettini vari e un piano su cui appoggiare il bambino. Far star fermo il bambino su quel piano è come far stare una trota in bilico sul bordo del lavandino. E' fondamentale non distrarsi mai. Il neonato medio non è in grado quasi di girarsi sul fianco, ma è perfettamente in grado, appena ti volti, di buttarsi giù dal fasciatoio facendoti il gesto dell'ombrello: pare che si allenino nella placenta, in quei nove mesi che passano sott'acqua.
Dunque: tenere ben ferma la trota e sperare in bene.
3. Una volta spogliato il bambino, appare il pannolino contenente quello che Gadda chiamava "l'estruso".
E' il momento della verità. Si staccano due pezzi di scotch ai lati e il pannolino si apre. La zaffata è impressionante. E' singolare cosa riesca a produrre un intestino tutto sommato vergine: cose del genere te le aspetteresti dall'intestino di Bukowski, non di tuo figlio. Ma tant'è: non c'è niente da fare!
O meglio: si inventano tecniche di sopravvivenza. Io, ad esempio, mi son convinto che tutto sommato la merda dei bambini profuma di yogurt. Fateci caso: se non guardate potrebbe anche sembrare che vostro figlio si sia seduto su una confezione famiglia di Yomo doppia panna. Se guardate e più difficile. Ma senza guardare? Io con questo sistema sono riuscito ad ottenere ottimi risultati: adesso quando apro un barattolo di yogurt sento odore di merda.
4. Impugnare con la mano sinistra le caviglie del bambino e tirarlo su come una gallina. Con la destra aprire la confezione di salviettine profumate e prenderne una. Neanche il mago Silvan ci riuscirebbe: le salviettine vengono via solo a gruppi di ottanta.
Scuotete allora il blocchetto fino a rimanere con tra le dita un numero inferiore a cinque salviette.
A quel punto, di solito, la gallina-trota, stufa di stare appesa come un idiota, dà uno strattone: se non vi cade, riuscirà comunque a spargere un po' di cacca in giro. Tamponate ovunque con le salviettine profumate.
Ritirate su il pollo e con gesto rapinoso pulite il sedere del bambino. Posate le salviettine usate nel pannolino e richiudetelo.
A quel punto la vostra situazione è: nella mano sinistra un pollo-trota coi lineamenti di vostro figlio.
Nella mano destra, una bomba chimica.
5. NON andate a buttare la bomba chimica: la trota scivolerebbe per terra. Quindi, posatela nei paraggi (la bomba, non la trota) registrando il curioso profumo di yogurt che si spande per l'aria. Senza mollare la presa con la mano sinistra, usate la destra per detergere a fondo e poi passate all'olio.
Ve ne versate alcune gocce sulla mano. Esse scivoleranno immediatamente giu verso il polso, valicheranno il confine dei polsini, e da li spariranno nell'underground dei vostri vestiti. La sera ne troverete traccia nei calzini. Completamente lubrificati, passate alla Pasta di Fissan, un singolare prodotto nato da un amplesso tra la maionese Calvè e del gesso liquido, ne riempite il sedere del pollo e naturalmente ve ne distribuite variamente in giro per giacche, pantaloni, ecc.
A quel punto avete praticamente finito e, a quel punto, il bambino fa pipì.
6. Il bambino non fa pipì a caso. La fa sul vostro maglione. Voi fate un istintivo salto indietro. Errore! La trota, finalmente libera, si butta giù dal fasciatoio.
Ritirate su la trota e non raccontate mai alla mamma l'accaduto.
7. Prendere il pannolino nuovo. Capire qual è il lato davanti (di solito c'è una greca colorata che aiuta, facendovi sentire imbecilli). Inserire il pannolino tra le gambe del bambino e chiudere. Il sistema è stato studiato bene: due specie di pezzi di scotch e il pannolino si chiude. Si, ma quanto si chiude? Così è troppo stretto, così è troppo largo, così è troppo stretto, così è troppo largo. Si puo arrivare anche ad una ventina di tentativi. E' in quel momento che il bambino comincia ad intuire di avere un padre scemo: giustamente manifesta una certa delusione, cioè inizia a gridare come un martire. Da qui in poi si fa tutto in apnea e in un bagno di sudore.
8. Nonostante i decibel espressi dal bambino, mantenere la calma e provare a rivestire il bambino. E' questo il momento dei poussoir. Quando Dio cacciò gli uomini dal paradiso terrestre disse: - Partorirete con dolore e dovrete chiudere le tutine dei vostri figli con i poussoir! Per chiudere un poussoir bisogna avere: grandissimo sangue freddo, mira eccezionale, culo della madonna. Il numero di poussoir presente in una tutina è sorprendente e, perfidamente, dispari.
9. Se nonostante tutto riuscite a rivestire il bambino, avete praticamente finito. Vi ricordate che avete dimenticato il borotalco: il culetto si arrossirà. Pensate ai bambini in Africa e concludete: si arrossirà, e che sarà mai! Quindi prendete il bambino e lo riconsegnate alla mamma.
Lei chiederà: - L'hai messo il borotalco? Voi direte: - Sì! - con convinzione.
10. Ripercussioni fisiche e psichiche. Fisicamente, cambiare un pannolino, brucia le stesse calorie di una partita di tennis. Psichicamente il padre post-pannolino tende a sentirsi spaventosamente buono e in pace con se stesso. Per almeno tre ore è convinto di avere la nobiltà d'animo di Madre Teresa di Calcutta. Quando l'effetto svanisce, subentra un irresistibile desiderio di essere single, giovane, cretino e un po' di destra.
Alcuni si spingono fino a consultare il settore "Decappottabili" su Gente&Motori. Altri telefonano ad una ex-fidanzata e quando lei risponde mettono giù. Pochi dicono che devono andare a comprare le sigarette, escono e poi, tragicamente, ritornano.
In casa li avvolge la sicurezza del focolare, il tepore dei sentimenti sicuri, e un singolare, acutissimo sentore di yogurt...
Un abbraccio a tutti i papà (collaborativi...)
venerdì 11 marzo 2011
Le scelte!
Da sempre sostengo che: l'essere un pò masochisti, avere un atteggiamento positivo, cercare di non incazzarsi mai, lottare contro i mulini a vento o credere che la nutella non faccia ingrassare, siano scelte che si rinnovano ogni mattina.
Perchè la vita è sempre e solo fatta solo di scelte.
Gia, ti svegli e scegli a che ora farlo, ti vesti e scegli cosa indossare, fai colazione e scegli cosa mangiare, prendi l'auto e, sempre scegliendo, percorri una strada infilando il cd (che hai scelto) nel lettore... e così via, via per tutto il giorno fino a sera. E la mattina le scelte si reiterano.
Io ho sempre scelto. A volte bene ed a volte inconsapevolmente meno bene.
Ciò che ho scelto a volte mi ha fatto star male e a volte bene, spesso ho creduto di aver scelto la cosa migliore da fare. Ed ancora in qualche occasione ho pensato di aver scelto (il meglio) anche per gli altri. Di tutto questo ne sono assolutamente conscio e mi prendo le mie responsabilità.
Ma ciò che è fatto (e scelto) ormai è solo storia, è passato, è finito.... Ora è tempo di pensare al presente, sempre con un occhio attento al futuro.
Perchè la vita è sempre e solo fatta solo di scelte.
Gia, ti svegli e scegli a che ora farlo, ti vesti e scegli cosa indossare, fai colazione e scegli cosa mangiare, prendi l'auto e, sempre scegliendo, percorri una strada infilando il cd (che hai scelto) nel lettore... e così via, via per tutto il giorno fino a sera. E la mattina le scelte si reiterano.
Io ho sempre scelto. A volte bene ed a volte inconsapevolmente meno bene.
Ciò che ho scelto a volte mi ha fatto star male e a volte bene, spesso ho creduto di aver scelto la cosa migliore da fare. Ed ancora in qualche occasione ho pensato di aver scelto (il meglio) anche per gli altri. Di tutto questo ne sono assolutamente conscio e mi prendo le mie responsabilità.
Ma ciò che è fatto (e scelto) ormai è solo storia, è passato, è finito.... Ora è tempo di pensare al presente, sempre con un occhio attento al futuro.
martedì 8 marzo 2011
BENVENUTI!
Ciao a tutti!
Da tempo coltivavo il desiderio di aprire un mio blog, non solo perchè adoro scrivere ma soprattutto perchè ritengo che dare uno spazio a tutti per uno scambio di opinioni, di notizie o di aneddoti sulla vita di tutti i giorni sia semplicemente fantastico.
Per cui amici miei siete invitati a scrivere, commentare ed anche a divulgare "l'url" di questo blog che non sarà solo mio ma... di tutti noi!!!
Vi aspetto.
Un abbraccio
Max Romano Polidori
Da tempo coltivavo il desiderio di aprire un mio blog, non solo perchè adoro scrivere ma soprattutto perchè ritengo che dare uno spazio a tutti per uno scambio di opinioni, di notizie o di aneddoti sulla vita di tutti i giorni sia semplicemente fantastico.
Per cui amici miei siete invitati a scrivere, commentare ed anche a divulgare "l'url" di questo blog che non sarà solo mio ma... di tutti noi!!!
Vi aspetto.
Un abbraccio
Max Romano Polidori
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E' strano. Il mare è lo stesso, la spiaggia la stessa, il sole lo stesso, lei è la stessa, il sesso funziona lo stesso. Ma io non provo...
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...a mio avviso, gli amori di oggi sono sempre più fragili, sono come fiori che appassiscono, perché spesso non li si annaffia abbastanza. G...