giovedì 17 marzo 2011

Eppur ci amiamo....

Entrambi single e reduci da importanti e devastanti storie d’amore. Lei 36 anni, colta, intelligente e di una bellezza particolare, di quelle non appariscenti ma significative. Lui 47 anni alto, brizzolato, mediamente acculturato, mediamente intelligente, belloccio e con due grandi laghi azzurri al posto degli occhi.
In cuor suo, Lei, dopo tre soli mesi di conoscenza, credeva di amarlo veramente e pensava che fosse davvero il “Grande Amore” della sua vita. Tanto da indurla a lasciare la sua città, un lucroso impiego dirigenziale e la sua casa in centro per seguirlo in terra ligure a coltivare fiori! Per poi ahimè, accorgersi solo due mesi dopo, della sua allergia a Calle, Garofani e persino a tre qualità di Rose, di stare assolutamente stretta in quel micro bilocale (anche se vista mare), di aver scoperto che Lui, omaggi floreali a parte (tanto non li pagava), era peggio di "Suss l'ebreo" (che notoriamente ha le braccine moooolto corte), che era ingrassato come un cinghiale, che aveva un ego troppo debole, il colon irritabile ed una tendenza inalienabile all’infantilismo con, tanto per cambiare, una grande e lacrimevole nostalgia della mamma e della sua tata. Lei peraltro guadagnava molto di più con il suo lavoro ed inoltre giudicava la cittadina un posticino da vecchi babbioni. Vivendo ormai quasi prigioniera perennemente tra le quattro mura domestiche, la sua vita sociale si era ridotta ad andare a mangiare in compagnia di due coppiette ultra sessant'enni due sere alla settimana nella piazzetta del paese.
Facile dedurre che da quel momento in poi, la convivenza, seppur essendo entrambi pazienti, tolleranti e nutrire l'un per l'altra affetto sincero, poteva durare ormai ben poco, proprio perché alla base di quel rapporto mancava ciò che tutti vorrebbero e che, molto spesso idealizzano: L'Amore.
Ed eccola rientrata in città, per ora a casa della madre, dalla rinfacciosa e melensa compagnia, rimpiangendo la sua bella vita, per ora rovinata dal miraggio dell'Amore e già in partenza per raggiungere velocemente una bella sindrome pseudo depressiva, che presto necessiterà di una visitina dall’analista e di una dose massiccia di Lexotan per calmare l’ansia e lenire l’effetto delusione.

Questo è l'esempio di una di mille storie qualsiasi, piccoli abominii della più assoluta normalità, dovuti per lo più all'idea che l'Amore sia davvero il fine ultimo della vita o meglio quell’ultima ratio bisognosa di perenni sacrifici che siano essi maschili o femminili. Ma non è così credetemi.
Un mio consiglio (per quanto opinabile) è questo: Non fatevi prendere più dalla paura della solitudine o dallo spauracchio della disapprovazione sociale. Perché la parola “soli” fa sempre un po’ paura, ci sospinge ad idealizzare le persone che incrociamo sulla nostra strada credendo che siano sempre quelle giuste. Ma prendere un abbaglio in questi casi, è facile come bere un dissetante bicchiere d’acqua fresca in estate.
Un uomo ed una donna, s’incontrano, si guardano, si piacciono, si amano. Apparentemente sembra la cosa più facile del mondo. Ed invece NO. Non cediamo alle lusinghe del “momento” ma cerchiamo invece di vivere una sana, vivace, serena ed appagante normalità nell’approccio verso “l’altro”.
Chiudo questo interminabile post di oggi con un celebre aforisma di Antoine De Saint-Euxpery (l’autore del Piccolo Principe) che dice: “Amore non è guardarsi a vicenda ma è guardare insieme nella stessa direzione”. Meditiamo....
Xam

4 commenti:

  1. non per nulla son sei anni che "forse" preferisco star da "sola" o sarebbe meglio dire single.

    sto ancora meditando hihihihi

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  2. A me la "normalità" in amore non entusiasma. L'amore, se c'è, è sempre esagerazione, illusione, forse, ma passione allo stato puro. C'è tempo, poi, per eventuali trasformazioni... L'amore, all'inizio, non è razionale, si nutre di eccessi. E questo non significa non guardare nella stessa direzione. Anzi. Olivia

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  3. Il Piccolo Principe e' per me il libro per eccellenza....

    Il tuo post ha ben colto il malessere della nostra generazione...la paura di restare soli...da qui mi permetto di dire il grande successo di Facebook che apparentemente distoglie da questa solitudine.... e permettersi, dietro uno schermo, di crearsi un identita' diversa da quella reale..

    Non cediamo alle lusinghe del “momento” .... l' insieme di "attimi", non ci rende piu' felici ma piu' soli.

    e con questo...ti ringrazio

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  4. Con questo post, ho rivissuto per un attimo la mia storia, nn uguale ma il succo alla fine molto simile, per rincorrere l'amore con la A maiuscola si fanno errori nn sempre rimediabili, e ora mi ritrovo sola da ormai quasi 2 anni e la paura di continuare ad esserlo c'è! Quindi nn resta altro che meditare!

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